La Roma merita il salto nel calcio showbiz. Ci riuscirà Dan Friedkin?
Per luccicare davvero nel calcio globale i giallorossi non possono più misurarsi tra Trigoria e Formello. E' ora di fare bene il lavoro che tutti i romanisti sognano
Seduto idealmente in cima al moncherino della curva Nord di San Siro, o di quel che ne rimarrà, gran ruina, dopo che Beppe Sala e i padroni foresti di Inter e Milan si saranno accordati sull’edificando nuovo stadio, previo abbattimento del vecchio in nome del business stellare e trasformazione dell’ex Scala del calcio in un parco giochi o shopping center che sia, guardo giù. Verso Roma. Verso le curve basse dell’Olimpico mai troppo amato dalle tifoserie dei diversi colori e che ancora a lungo rimarrà lì. E guardo verso la AS Roma, che nottetempo mercoledì è passata di mano, dall’americano a Roma James Pallotta all’americano a Roma 2.0 Dan Friedkin, 591 milioni debito compreso. Guardo al di là degli Appennini – non proprio fino alle Ande o al Texas del nuovo padrone – e guardo rispettoso, come un non invitato che se ne sta, appunto, sul moncherino della sua curva Nord. E con affetto, senza entrare nel merito: del bilancio dei nove anni della gestione americana 1.0 parleranno i romani e i romanisti. Per alcuni esegeti-tifosi-giornalisti del club giallorosso la presidenza Pallotta non è stata delle peggiori; per altrettanti peggio di una sciagura o un’alluvione o il Sacco di Roma. Non lo so. Quel che so, e guardo con simpatia, è che così come Totti è un patrimonio nazionale, da tutelare all’Unesco (Totti che ieri mattina al sito del Foglio diceva: “Era ora”) così anche la AS Roma, e il calcio della Capitale in quanto tale, è un patrimonio italiano da far lievitare, da trasformare.
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- Maurizio Crippa
"Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.
E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"