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il foglio sportivo - il ritratto di bonanza

Atalanta e Roma, acqua e neve

Alessandro Bonan

La classifica di nerazzurri e giallorossi dice che i primi sono stati sin qui meglio dei secondi, ma tra poco inizia un altro campionato con tante incognite

Tra Gasperini e Fonseca passa lo spazio che c’è tra Bergamo e Roma. Distanti i due antagonisti per il quarto posto: nel gioco e nel carattere. L’Atalanta è come l’acqua, dove trova spazio filtra. La Roma è un cristallo di neve al microscopio, geometrico ma fantasioso, inedito per ogni fiocco. Gasperini è un uomo di rottura, Fonseca di apertura. Il primo non riesce a trattenersi dal provocare, il secondo è attratto dal piacere, inteso nel suo significato transitivo. Il portoghese non ha nulla del suo connazionale Josè Mourinho anche se sono uguali nel mettersi in mostra. Josè divide in quanto ritiene la battaglia strategia, Paulo unisce per un innato senso estetico. Il calcio di Mourinho è un matrimonio di passione, quello di Fonseca d’interesse. La Roma gioca in modo razionale, molto organizzato. Di Mourinho hanno sempre posto in evidenza la sua vocazione alla difesa: non sarei d’accordo. E’ offensivista chi gioca con molti attaccanti ed è quello che faceva anche l’ex allenatore dell’Inter. La differenza sta nell’atteggiamento: si raccoglieva dietro Mourninho e poi partiva senza un disegno, razionalizza di più Fonseca che si dispone con due piloni di centrocampo e punta su trequartisti veloci e tecnici a cui si aggiungono i terzini, sempre pronti a salire. Quando la palla gira velocemente la Roma gioca un calcio superiore, quando rallenta va in difficoltà tutto il sistema, soprattutto la difesa. Gasperini lo conosciamo meglio pur non avendo capito quasi nulla. E’ questo il suo segreto: l’essere inintelligibile. Non si capisce dove vuole arrivare e, come l’acqua per l’appunto, ti entra dappertutto. Se vogliamo tirare in ballo qualcuno del passato, prendiamo Helenio Herrera con il “taca la bala”, che tradotto in bergamasco fa più o meno come un “taca el balun”. L’Atalanta attacca la palla come se ogni calciatore fosse un cane lasciato libero in cortile. I nerazzurri guardano “el balun” con la bava alla bocca e poco importa sapere in quale zona del campo si trovino. L’importante è prenderla e poi consegnarla il prima possibile ai padroni del gioco, i gringos d’attacco: il buono, il brutto e il cattivo. Gomez, Ilicic, e un altro a piacere tra Zapata, Pasalic e Malinovskyi. Senza contare quel noumeno di Muriel pronto ad alzarsi dalla panchina e ogni tanto riscoprire cosa sia. La classifica di Atalanta e Roma dice che i primi sono stati sin qui meglio dei secondi, ma tra poco inizia un altro campionato con tante incognite. L’unica certezza è che si giocherà d’estate, dove l’acqua non sarà mai fiocco di neve.

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