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L'impossibile accadrà? La corsa insperata dei Tennessee Titans verso il Super Bowl

Leonardo Rafanelli

Nessuno poteva credere che la 29esima squadra della Nfl (su 32) per fatturato riuscisse a eliminare ai playoff i New England Patriots e i Baltimore Ravens. Eppure c'è riuscita

Gli ingredienti per la classica storia da film ci sono tutti. Anzi, se questa fosse stata una sceneggiatura, il produttore di turno avrebbe magari storto un po’ il naso: gli sfavoriti Tennessee Titans che battono ai playoff i New England Patriots e i Baltimore Ravens… inverosimile, non ci crederebbe nessuno.

  

Eppure questo surreale canovaccio è divenuto realtà nel corso delle ultime settimane. I Tennessee Titans sono lì, a giocarsi coi Kansas City Chiefs la qualificazione al Super Bowl del centenario. Dall’altro lato del tabellone ci sono invece i Green Bay Packers e i San Francisco 49ers. I Titans sono gli unici, tra i quattro rimasti in lizza, a non essere mai riusciti a portarsi a casa l’ambito Vince Lombardi Trophy. E secondo la classifica di Forbes, in questo quartetto sono pure il team che vale meno, economicamente parlando: 2,15 miliardi di dollari, 29esimo posto su 32 complessivi nella NFL. Fattore di poco conto, secondo alcuni, che sottolineano come persino la squadra di maggior valore, quei Dallas Cowboys da 5,5 miliardi di dollari, per ricordarsi una finale vinta deve spingersi fino al 1996.

 

In ogni caso a Nashville, in quel Tennessee che sulla cartina sembra un vecchio sigaro lasciato a metà, si fa fatica anche a vivere di ricordi. Gli anziani che potrebbero raccontare le glorie passate ai tifosi più giovani non abitano da quelle parti. Per trovare dei trofei nella storia di questa franchigia, infatti, bisogna tornare indietro al 1960 e al 1961, quando i Titans si chiamavano in un altro modo, “Huston Oilers”, e quando giocavano in un’altro stato, il Texas. All’epoca figuravano tra i fondatori della American Football League, la seconda lega professionistica nata negli Stati Uniti proprio nel 1960. E avevano iniziato alla grande, conquistando le prime due stagioni. Poi, più nulla. Dopo il loro trasferimento a Nashville nel 1998, nel palmares figura solo una vittoria di Conference del 1999. Se però in una stagione porti a casa solo questa, vuol dire che ti sei qualificato per il Super Bowl e lo hai perso: non male, ma è difficile festeggiare pienamente.

 

Oggi nei bar di Nashville, tra note country e whiskey, si parla di quel “Music City Miracle” di 20 anni fa, quando al primo turno dei playoff i Titans, sotto di un punto a 16 secondi dalla fine del match contro i Buffalo Bills, rovesciarono il risultato con una passaggio insolito, a metà strada tra il football e il rugby. Si parla poi di stagioni che non sono mai andate oltre i playoff, come l’ultima volta nel 2017, si sospira per un trofeo che manca da sempre e si spera in una finale che resta un miraggio da troppi anni.

 

Quest’anno le cose erano cominciate male, con 4 partite perse su 6. Ma come in tutti i film che si rispettino, è arrivato il colpo di scena. Alla sesta giornata il coach Mike Vrabel ha sostituito il quarterback titolare Marcus Mariota con la riserva Ryan Tannehill. Una decisione del genere è sempre radicale, perché stiamo parlando del regista dell’attacco, uno dei giocatori più importanti su un campo di football. E nessuno, per la verità, aveva grande fiducia in Tannehill, reduce da 7 anni pessimi ai Miami Dolphins. Alcuni tifosi della Florida avevano addirittura esultato dopo la sua cessione. Ma l’aria di Nashville, evidentemente, a Tannehill ha fatto bene: grazie a lui e al travolgente running back Derrick Henry, la stagione ha preso tutto un altro ritmo. E se già la qualificazione ai playoff, viste le premesse, sembrava un buon risultato, evidentemente non era abbastanza per questi Titans in cerca di riscatto.

 

Due domeniche fa hanno eliminato la squadra più forte del decennio, quei New England Patriots che qualcuno paragona alla Juventus, e che come quarterback schierano Tom Brady (una specie di superman che corre più veloce a 42 anni di quanto non faceva a 20, e che è l’unico nella storia della NFL ad aver bisogno di due mani per esibire i suoi 6 anelli, che attestano altrettante vittorie al Super Bowl).

 

Sei giorni dopo, hanno dominato la partita contro i favoritissimi Baltimore Ravens, guidati dall’astro nascente Lamar Jackson, la cui maglietta è stata donata con orgoglio persino a Papa Francesco dall’Arcidiocesi di Baltimora in visita al Vaticano.

 

Ora i Titans hanno un solo ostacolo prima del Super Bowl, in programma per il 2 febbraio a Miami. Per qualificarsi, nella notte tra domenica e lunedì dovranno far cadere un altro gigante: i Kansas City Chiefs. È una squadra solida, di quelle che fanno paura. Il calcio di inizio è fissato per le 21.05, ora italiana, e il match finirà dopo la mezzanotte. A quel punto vedremo se per questa “cenerentola” i nostri dodici rintocchi segneranno la conclusione della magia, o se arriverà il lieto fine. Magari con Tannehill intento ad alzare il trofeo proprio a Miami, la stessa città che aveva festeggiato quando lui se ne era andato.

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