Evviva il “Black friday” del Corriere dello Sport

Giovanni Battistuzzi

Tutti indignati per il titolo del quotidiano sportivo sulla sfida tra Inter e Roma: è razzista. Chi ha letto però l'articolo che, al contrario, attacca i razzisti da stadio? “Se questo è il razzismo, allora il razzismo è un problema minore”, dice Roberto Perrone

Black friday, due parole in maiuscolo tra le foto di Romelu Lukaku, attaccante dell'Inter, e Chris Smalling, difensore della Roma, il primo belga di origini congolesi, il secondo inglese di origini giamaicane. Così si presenta la prima pagina del Corriere dello Sport di oggi. 

  

Titolo che in seconda pagina diventa “Un venerdì da leoni” e accompagna un articolo sull'anticipo di Serie A che si giocherà domani a San Siro. Un articolo che, prendendo spunto dalla gara, diventa poi una riflessione su quanto sta accadendo in queste settimane, segnate più dalle polemiche sugli ululati razzisti – a Lukaku, a Balotelli, quelli finiti nelle prime pagine dei giornali, e poi chissà a quanti altri giocatori di razza non caucasica – e sulle parole dell'amministratore della Lega serie A, Luigi De Siervo, che dagli eventi calcistici. E questo nonostante il sorpasso dei nerazzurri sulla Juventus, le vittorie del Cagliari, quelle del Milan, e di questi tempi è una notizia, il turno che si sta giocando di Coppa Italia.

 

Quel Black friday non è piaciuto. Razzismo, hanno detto, twittato, lamentato in tanti. Un “titolo razzista” per un articolo – di Roberto Perrone – che inizia così: “Alla faccia degli scemi che fanno “buu”, domani tutti dovremmo fare ‘oooh’ (come i bambini)”. Insomma parole che sono l'esatto contrario del razzismo.

 

Non solo, quel “Black friday” è ben giustificato e contestualizzato nelle prime righe: “Si gioca un grande Black Friday, ma non sono saldi di fine stagione, semmai scampoli di uno scudetto da vivere tutta la stagione. Guardiamo Inter-Roma attraverso la sfida personale, considerati i rapporti ma anche i ruoli in campo, di due colossi di colore, di due dei campioni più importanti non solo dal punto di vista tecnico ma anche morale, esemplare, arrivati in estate”.

 

Non c'è nulla di razzista in quel “Black friday”, anzi. Avessero usato l'espressione Black pride, qualcuno avrebbe avuto da ridire? Eppure il senso era lo stesso. Una partita, due avversari che, a loro modo, stanno combattendo una battaglia ritenuta giusta dalla quasi totalità delle persone, quella contro la discriminazione razziale.

 

È però più semplice praticare lo sport della facile indignazione, usare il proprio tempo per farsi paladini di questa o quella giusta causa, piuttosto che leggere e comprendere qualcosa. Anche se questo qualcosa è il calcio, ossia lo sport più seguito in Italia, ossia lo sport del quale ci sentiamo, per gran parte, conoscitori, esegeti, tanto da criticare con piglio e sapienza qualsiasi decisione di presidenti, allenatori, calciatori, arbitri e quant'altro.

 

“Ieri, quando mi ha chiamato il direttore per dirmi della sua idea di titolo, ho detto va bene, non c'ho visto nulla di male, non ho percepito nessun messaggio razzista”, dice al Foglio Roberto Perrone. “Se questo è il razzismo, se in quel titolo e in quel articolo c'è razzismo allora il razzismo è un problema minore, possiamo stare tranquilli. Purtroppo il razzismo è altra cosa da questo, è una cosa molto più complessa e pericolosa di un titolo. Il problema è che sui social la gente non si ferma a ragionare, ma parte in quarta a commentare senza magari essersi nemmeno presa il tempo di leggere e comprendere ciò che c'è scritto. C'è un po' troppa superficialità che poi degenera in accuse o critiche del tutto ingiustificate”. 

 

Il direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, ha così commentato lo “scandalo”: “Piattaforme digitali? Direi pattumiere. Truccate da rancori nobili. Sdegno a buon mercato. Un bel pensiero al giorno toglie il medico di torno. Eserciti di benpensanti di questi tempi affollano il web per tingersi di bianco le loro anime belle. Individuato il razzista di turno, vai, due colpi alla tastiera e via la macchia, ti senti un uomo migliore in un mondo migliore. Bianchi, neri, gialli. Negare la differenza è il tipico macroscopico inciampo del razzismo degli antirazzismi. La suburra mentale dei moralisti della domenica, quando anche giovedì è domenica. “Black Friday”, per chi vuole e può capirlo, era ed è solo l’elogio della differenza, l’orgoglio della differenza, la ricchezza magnifica della differenza. Se non lo capisci è perché non ce la fai o perché ci fai. Un titolo innocente, peraltro perfettamente argomentato da Roberto Perrone, viene trasformato in veleno da chi il veleno ce l’ha dentro”.