Matteo Salvini (foto LaPresse)

Quello che stupisce non è Salvini tra i tifosi, ma gli ultras che festeggiano il ministro della Polizia

Giovanni Francesio

Non riusciamo proprio a non chiederci come verrebbe accolto nella curva del Milan chi si presentasse con una bella felpa griffata come quelle tanto care al leader della Lega

[Anticipiamo la rubrica Tifare Contro che sarà pubblicata sabato 22 dicembre con Il Foglio Sportivo, l'inserto di quattro pagine interamente dedicato allo sport in edicola con Il Foglio del weekend]


  

Quello che ha stupito noi non è Salvini che va alla festa degli ultras del Milan, e si fa fotografare insieme a soggetti dal passato giudiziariamente complicato. Lui è così: per il leader del terzo partito italiano, nonché vicepresidente del consiglio, nonché ministro dell’Interno, è tutto uguale: avversari politici, gattini, immigrati, indagati, tramonti, piatti di pastasciutta, ex morose, ultras, carabinieri aggrediti dagli ultras... tutto fa brodo. Tutto finisce immediatamente nel calderone social-propagandistico. Perché qualche like si rimedia sempre.

 

 

 

Quello che ha stupito noi, che siamo gente storta e fatta male, è che gli ultras del Milan abbiano accolto tra i sorrisi alla festa dei loro cinquant’anni un leader politico (anche se del terzo partito italiano), nonché vicepresidente del Consiglio, nonché – soprattutto – ministro dell’Interno. E ministro dell’Interno noto per essersi schierato sempre, e con determinazione a volte un po’ maldestra, a favore delle forze dell’ordine in tutti gli episodi controversi degli ultimi anni, da Cucchi ad Aldrovandi. Episodi che invece hanno visto la grande maggioranza degli ultras italiani schierarsi in modo opposto. È probabile che questo governo goda di un consenso ampio tra chi frequenta le curve degli stadi, ma un conto sono le posizioni politiche dei singoli individui, un altro è una esplicita manifestazione di vicinanza come quella di domenica a Milano. In tanti anni, un ministro dell’interno a una festa ultras, non l’avevamo mai visto.

 

Per carità, bando ai fanatismi, qui si fa il tifo per la distensione tra istituzioni e ultras, per cui speriamo che anche da questa visita un po’ imbarazzante per tutti derivi qualcosa di buono. Ma non siamo molto fiduciosi. Come dimostrano alcuni assurdi divieti ancora in vigore (si veda per esempio alla voce “bandiere col volto di Federico Aldrovandi”), o alcune assurde diffide ancora in corso (si veda alla voce “Claudio Galimberti”), le istituzioni italiane – in primo luogo il dicastero guidato da Salvini – continuano ad affrontare il tema dell’ordine pubblico negli stadi con un incomprensibile approccio emergenziale; nello stesso tempo però ci pare che anche nelle curve non si facciano troppi passi avanti, e non riusciamo proprio a non chiederci come verrebbe accolto nella curva del Milan chi si presentasse con uno dei capi di abbigliamento tanto cari al nostro Ministro, per esempio una bella felpa griffata POLIZIA.

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