Chi va piano va sano e va alle Olimpiadi. Il caso Elizabeth Swaney

Sull'halfpipe ma senza acrobazie. La sciatrice è arrivata a Pyeongchang non tanto per le sue capacità atletiche ma grazie a una combinazione di astuzia, consapevolezza e sfruttando le "falle del sistema"

Redazione

Primo, arrivare alla fine senza cadere! Non è esattamente l'obiettivo di un'atleta olimpica che si misura sulle rampe dell'halfpipe, dove per vincere l'oro servono evoluzioni – o trick – al cardiopalma, un'elevata concentrazione, spettacolarità e pulizia tecnica. Ma per Elizabeth Swaney l'unico scopo è stato proprio quello di arrivare al traguardo. Con calma olimpica.

   

Swaney ha sempre sognato di gareggiare alle Olimpiadi e martedì ha avuto modo di realizzare il suo sogno partecipando alla gara di Freestyle. Peccato la trentatreenne americana è riuscita a qualificarsi per le Olimpiadi invernali di Pyeongchang 2018 non tanto per le sue capacità sportive ma grazie a una combinazione di astuzia, consapevolezza e sfruttando le "falle del sistema". Ovvero la pura e semplice mancanza di sciatrici nell'halfpipe femminile.

  

L'iter di qualificazione alle Olimpiadi prevede infatti il raggiungimento di un certo numero di traguardi nella top-30 della Coppa del Mondo, e Swaney ne ha raggiunti 13 semplicemente girando – a sue spese – in diversi paesi del mondo per gareggiare in eventi in cui c'erano meno di 30 atleti in competizione. Alla Coppa del Mondo dello scorso dicembre in Cina, è riuscita a finire tredicesima su 15 concorrenti, perché nel frattempo gli avversari più temibili stavano partecipando al Grand Prix di Copper Mountain e al Dew Tour a Breckenridge. Nessuna delle sue prove ha superato il punteggio di 40 su 100 perché la sciatrice non ha mai tentato di lanciarsi in nessuna spericolata acrobazia. Ma la sua tattica ha funzionato.

 

Cercando semplicemente di non schiantarsi, Swaney ha raggiunto abbastanza traguardi per avere il suo momento sotto i riflettori. Esclusa in partenza la partecipazione con gli Stati Uniti, Swaney è riuscita ad arrivare a Pyeongchang con la nazionale ungherese, che scarseggiava di atlete. Ma potrebbe essere la prima e l'ultima a sfruttare il sistema delle qualifiche in questo modo. Il giudice della Federazione internazionale di sci, Steele Spence, ha confermato che sono già in atto piani per modificare il processo di qualificazione, e anche la platea degli atleti che gareggeranno ai Giochi invernali sembra destinata a crescere.

  

Ovviamente, a Pyeongchang, Swaney non parteciperà alle finali: è arrivata ventiquattresima al termine delle due prove di qualificazione. Ma sui social network è diventata un caso. Insultata da molti per la sua performance poco spettacolare, e tuttavia difesa da atlete come Cassie Sharpe, arrivata prima nelle qualificazioni: "Se impieghi tempo e energia per arrivare fin qui, allora meriti di esserci esattamente come me", ha detto la freestyler canadese.