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Il derby atipico di Firenze. Fiorentina-Juventus e quella rivalità mai sopita

Leo Lombardi

È la sfida per eccellenza, una rivalità costruita nel corso degli anni e che ha raggiunto l'apice con la guerriglia urbana ai tempi della cessione di Roberto Baggio (1990) ai bianconeri

A Firenze non hanno una solida tradizione di derby, provinciali come regionali. Per loro assume tali connotati di feroce rivalità una partita soltanto: quella con la Juventus. È la sfida per eccellenza, una rivalità costruita nel corso degli anni e che ha raggiunto l'apice con la guerriglia urbana ai tempi della cessione di Roberto Baggio (1990) ai bianconeri. E, come nei derby, la Fiorentina fatica sempre in questa occasione per il carico delle aspettative che si porta appresso. Un'eccezione la passata stagione, con il 2-1 che illuse perfino i concorrenti della Juventus. La squadra di Allegri tagliò poi ogni speranza infilando, da quella serata, sette vittorie consecutive che scrissero la parola fine sullo scudetto. Attualmente sono di nuovo sette i successi consecutivi per la Juventus, distanziata di un punto dal Napoli capolista. Si gioca di venerdì, perché la settimana prossima torna la Champions League. I viola hanno placato la contestazione vincendo in casa del Bologna, ma sta sicuramente meglio il patron Diego Della Valle che, con gli altri soci, ha appena venduto Italo per quasi due miliardi a un fondo americano. In campo due giovani su cui sperare per il futuro: Chiesa nella Fiorentina e Bernardeschi, suo compagno fino a pochi mesi fa, sul fronte opposto.

 

(venerdì ore 20.45, arbitro Guida di Torre Annunziata)

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