Adriano Galliani (foto LaPresse)

Calcio e fisco, nuove perquisizioni. Indagati procuratori e dirigenti di A e B

Francesco Caremani
Coinvolti il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, l’ad del Milan Adriano Galliani, l’ex dirigente della Juventus, oggi al Psg, Jean-Claude Blanc, il presidente della Lazio Claudio Lotito.

La Procura di Napoli fa un altro passo avanti nell’inchiesta che riguarda l’ipotesi di frode fiscale all’ombra dei contratti dei calciatori. Questa mattina, infatti, la Guardia di Finanza ha eseguito perquisizioni e sequestri (beni per 12 milioni di euro) nei confronti di 64 persone, tra queste procuratori, calciatori e dirigenti di squadre di calcio di serie A e B. I reati contestati: evasione fiscale e false fatturazioni, s’indaga in particolare sul ruolo di alcuni manager e sulla compravendita di alcuni giocatori. Tra gli indagati risulterebbero il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, l’ad del Milan Adriano Galliani, l’ex dirigente della Juventus, oggi al Psg, Jean-Claude Blanc, il presidente della Lazio Claudio Lotito. Il calciatore del Psg e dell’Argentina Ezequiel Lavezzi, l’ex calciatore Hernan Crespo, oggi allenatore del Modena, e molti procuratori, tra i quali Alessandro Moggi. Le indagini sono condotte dai pm della Procura di Napoli Danilo De Simone, Stefano Capuano e Vicenzo Ranieri, coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli.

 

Le prime investigazioni risalgono all’ottobre del 2012, quando la stessa Procura acquisì della documentazione presso la sede del Napoli a Castel Volturno e presso gli uffici della Federcalcio. La Guardia di Finanza aveva eseguito perquisizioni nei confronti di Alessandro Moggi, figlio di Luciano, e dell’argentino Alejandro Mazzoni, procuratore di Lavezzi. Il giocatore era stato acquistato dal Genoa nel 2004 e lasciato in prestito al San Lorenzo, l’anno successivo torna in Italia ma la squadra ligure viene retrocessa in C1 per illecito sportivo e lui torna al San Lorenzo a titolo definitivo, dal quale verrà acquistato dal Napoli nel 2007.

 

La Guardia di Finanza, all’epoca, acquisì documenti riguardanti le campagne acquisti che andavano dall’estate del 2008 al gennaio 2013: accordi, transazioni, probabili pagamenti estero su estero, che avrebbero potuto nascondere circolazioni di denaro in violazione della normativa fiscale italiana. Alessandro Moggi, all’Ansa, dichiarò la sua estraneità ai fatti: “Sono caduto dalle nuvole di fronte a questa situazione. Il mio operato professionale è sempre stato contraddistinto dalla totale limpidezza dal punto di vista fiscale e tributario per cui sono assolutamente tranquillo, anche se è fastidioso trovarsi coinvolti in situazioni come queste”.

 

[**Video_box_2**]L’attuale inchiesta, ribattezzata “Fuorigioco”, vorrebbe fare luce su un radicato sistema finalizzato a evadere le tasse, che coinvolgerebbe 35 società. Secondo il procuratore aggiunto di Napoli, Vincenzo Piscitelli, il sistema funzionava nell’ambito della compravendita dei calciatori. Per chiarezza di tifo le società non dovrebbero rischiare niente dal punto di vista sportivo, anche se una cosa appare chiara a tutti: da un po’ di anni a questa parte le inchieste sul calcio partono sempre dalla giustizia ordinaria, come se i sistemi di controllo interni fossero inattivi, sonnolenti o completamente inefficaci.