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il colloquio

Il ministro Valditara ci spiega perché seguire il modello Australia sui social

Dopo la stretta australiana, il ministro dell’Istruzione rilancia: “Stop ai social sotto i 15 anni, ma il divieto non basta. Scuole e famiglie decisive per proteggere gli adolescenti”.

Il dibattito sul limite di età per l’accesso ai social coinvolge governo, Parlamento e famiglie. Su questo tema, dopo la scelta dell’Australia, interviene Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione del governo Meloni, che, in un colloquio con il Foglio, richiama il modello adottato dal governo australiano e ricorda i passi compiuti in Italia. “La scelta dell’Australia di vietare i social ai minori di 16 anni, responsabilizzando ancora di più le piattaforme che offrono questi servizi, va nella direzione giusta”.

 

Da qui, Valditara indica quello che considera il punto di equilibrio per il nostro paese: “Io credo che la scelta più equilibrata sia vietare i social sotto i 15 anni, come propone una proposta di legge bipartisan di iniziativa parlamentare”. La motivazione riguarda la vulnerabilità degli adolescenti rispetto al design delle piattaforme: “E’ certamente pericoloso lasciare minori non ancora strutturati soli di fronte a piattaforme progettate per creare dipendenza”. Il ministro sottolinea però che il divieto, da solo, non rappresenta una soluzione completa. “Però non facciamoci illusioni: vietare non basta. Se pensiamo che una legge, da sola, risolva il problema, stiamo solo spostando la responsabilità”. Da qui il riferimento al lavoro avviato nelle scuole: “Abbiamo avviato un importante investimento nella educazione digitale degli studenti all’interno delle nuove Linee guida sulla educazione civica”. Accanto, il ruolo delle famiglie: “E’ poi decisivo il coinvolgimento delle famiglie. I genitori devono sapere che cosa fanno i figli online, quali rischi ci sono”. E il quadro si chiude con una distinzione sul perimetro dell’intervento pubblico: “Lo Stato può e deve fissare dei limiti, ma senza una corresponsabilità educativa dei genitori quei limiti resteranno sulla carta”.
 

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