in thailandia
La rivolta delle Miss, una vera lezione di sorellanza
Il direttore del concorso insulta la concorrente del Messico e le altre non esitano un secondo: lasciano la sala in gruppo, in tacchi e trucco perfetti, trasformando un episodio di umiliazione in una scena di dignità collettiva. Altro che “povere idiote”: questa sì che è bellezza con cervello e coraggio
Noi che guardiamo “Miss Congeniality” ogni volta che abbiamo bisogno di una botta di autostima e ridacchiamo sapute quando Candice Bergen dichiara che il suo non è un concorso di bellezza ma un programma di borse di studio, da qualche ora abbiamo un motivo in più per smettere di sentirci tanto superiori, perché il video delle concorrenti di miss Universo che lasciano in gruppo la stanza dell’hotel di Bangkok dove il direttore del concorso sta dando dell’idiota a una di loro, è la migliore lezione di sorellanza femminile che ci sia capitato di vedere da qualche anno a questa parte, forse da sempre visto il contesto dal quale proviene.
Vedere la miss in carica in tacchi, trucco e costume sgambato, che esce veleggiando dal salone dove si è consumato l’affronto a “una di noi” e si pianta davanti alle telecamere per dichiarare a nome di tutte che una simile mancanza di rispetto nei confronti delle donne è davvero intollerabile e “adesso scusate che vado a prendere il cappotto e me ne vado” ondeggiando su quelle gambe da fenicottero e quella faccia da Madonna di Raffaello, è un tale schiaffo alla miseria para-femminista sconclusionata, violenta e grottesca della cronaca nazionale di questi giorni, che verrebbe da consigliare a tutte di vederlo, il video, per prendersi una bella lezione di uso di mondo da quel genere di donne che, essendo loro preclusa la competizione sul piano estetico, tutte le altre donne nel mondo, all’incirca il novantanove virgola nove per cento periodico, si consolano liquidando anche loro come povere idiote.
Dura pochi secondi, nei quali si vede un tizio di mezza età dai tratti asiatici (la legenda lo qualifica come Nawat Itsaragrisil), che inveisce contro la concorrente del Messico, Fatima Bosch, accusandola di non avere condiviso sui propri profili social contenuti promozionali sulla rassegna “come specificamente richiesto dal regolamento”, che ovviamente in questi anni è un fatto gravissimo, perché sgambettare mezze nude su e giù per un palcoscenico non è sufficiente, bisogna anche postare video dove ci si dichiara incommensurabilmente felici per la “incredibile opportunità” e supponiamo ringraziare il signor Nawat che, non contento di aver dato pubblicamente della idiota (“dumb”, si sente benissimo) alla povera Fatima, minaccia di chiamare la sicurezza per farla buttare fuori e di squalificare chiunque la sostenga. A quel punto, succede qualcosa di fantastico proprio dal punto cinematografico, diciamo un movimento di macchina naturale, perché si vede l’accusata che si alza e se ne va, seguita da un esercito di gazzelle che travolgono quel suricato di uomo. Una meraviglia, a sceneggiarla non verrebbe uguale. La cronaca degli ultimi minuti dice che l’organizzazione mondiale del concorso ha sollevato il suricato dall’incarico, sostituendolo e annunciando azioni legali nei suoi confronti.