
Richard Baker / In Pictures via Getty Images
estate con ester
L'estate sta finendo e ci tocca scegliere la nostra personalità settembrina. Catalogo
Eccoci al rientro dalle ferie: depressi, petulanti, stacanovisti. E poi quelli che fanno grandi propositi, della stessa sostanza dell’abbronzatura: tempo tre docce, tutto svanito. Un campionario del rientro
Campionario del rientro. Eccoci tutti, direzione settembre, un poco dorati – asciugati, come dicono quelli che si sentono più sottili dopo il mare – e reduci sotto le piogge. Chi sta contento e chi no, chi è grande viaggiatore narrante chi invece postulante di riconoscimento sociale con foto e like.
1. Quelli che la vacanza apre la mente. Primi sul podio dei detestabili, sono andati in terre del fuego oppure per lande sconosciute. “Che regione di che paese è? Ah, mai sentita”. Dopo un giro per qualche solfatara, mezza escursione, tre mercatini e la cena da un ristoratore che si sedeva a parlare con loro tutte le sere ci spiegano il mondo visto da là. Convinti di saperne, convinti che siamo spiriti sensibili e ci piaccia ascoltare la lezione di geografia. La grande verità taciuta sulle storie di viaggio è: a meno che tu non abbia preso Moby Dick, nessuno ha voglia di sentirle.
2. Il Depresso già da prima. Era partito con l’aria della fatica incombente, torna uguale. Le vacanze sono troppa gente e troppi obblighi. Avrebbe preferito restare a casa, ma poi non ci è rimasto e ha deciso di affliggere noi.
3. Quello del “posto bello ma hotel sbagliato”. Non manca mai, tra i ritornanti: “Posto stupendo ma la stanza dell’hotel non l’avevo vista”. La risposta a “com’è stata la vacanza?” girerà attorno solo al tradimento immobiliare. Chissà che direbbe Freud.
4. Quello che “in spiaggia urlavano tutti”. Tema centrale: il popolo bagnante. Non i luoghi, ma la plebe vociante di famiglie, bambini, spritz musicali e coccobello. Il lamento è tecnico: “Non c’era silenzio”. Gli altri fanno spallucce. Strano – pensano – a quest’età fare certi tardivi conti col mondo. E’ a volte il problema e a volte il vantaggio della vita: dove ti giri, trovi l’umanità.
5. Il Bibliotecario. Torna con l’elenco delle opere che sostiene di aver letto, tutte balle, otto libri in otto giorni, sotto il sole e con questo caldo? Ma come legge, questa gente grande lettrice al mare, col laser? Al rientro si costruiscono certe biografie di acculturamento estivo coatto che ti viene da chiedere: scusi, ma lei dove ha villeggiato, in carcere?
6. Il Networker. E’ andato al mare apposta per incontrare le stesse persone che frequenta in città, ma vestite di lino. Torna soddisfatto e illuso: “ho messo in piedi cose interessanti”.
7. Lo Scroccatore che a consuntivo il primo settembre ha speso: 0. E’ il migliore, un’evoluzione della specie su una direttrice precisa: “Sono simpatico, mi vogliono per compagnia, non pago”. Figura antica, il parassita balneare. Non prenota, non paga e non offre. Il verbo è: si aggrega. E’ maestro di logistica gratuita. L’apice dell’espressione d’archetipo è lo scroccatore di barca, e si deve in questo caso plaudire alla perfezione dell’obiettivo. Mira alla vacanza migliore che esiste: servito e al largo, si fa imbarcare da amici con yacht, non fa niente a parte aprire bottiglie di vino, compie il miracolo impossibile in vacanza: gli vogliono bene tutti.
8. Il compulsivo. Non è ancora sceso dall’aereo che già pensa alla prossima epopea. Vive di prenotazioni future, di possibili incastri, attese. E’ il tipo di persona che non ama abitare il presente, solo l’ipotesi. Forse non è un modo così sbagliato di vivere. Tra le nevrosi, mi pare la migliore.
9. L’Aspirante Vita Nuova a Settembre. Torna dall’estate convinto che nulla sarà più come prima. Annuncia tre svolte: caratteriale, professionale e sentimentale. I propositi sono della stessa sostanza dell’abbronzatura, tempo tre docce, tutto svanito.