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Saverio ma giusto
Anno Domini 2025: si possono portare liquidi in volo!
Non siamo ancora andati su Marte, ma il progresso tecnologico ci ha finalmente permesso di portare la bottiglietta d'acqua a bordo. Una libertà che ci riporta a prima dell'11 settembre
Da giorni, dal 25 luglio per la precisione, è possibile portare nel bagaglio a mano a bordo degli aerei liquidi superiori ai 100 ml, fino a un massimo di due litri. Via libera dunque a quell’unico shampoo con cui vengono bene i nostri capelli ma che non fanno in confezione da viaggio, al nostro profumo preferito che viene commercializzato solo in damigiane da un litro e mezzo, al sugo pronto senza il quale non ci sentiamo sicuri di viaggiare all’estero, alla bottiglia di vino – persino la magnum – da regalare o da scolarci a casa in ricordo di quella vacanza. Non dovremo più necessariamente viaggiare con ogni crema sotto forma di campioncino (o peggio, in quei piccoli dispenser dentro i quali noi stessi abbiamo dovuto distillare i cosmetici la sera prima della partenza, inondando il bagno di gel e sieri vari), non dovremo più assistere impotenti all’addetto nazista alla sicurezza aeroportuale che preleva dal trolley la nostra crema alla nocciola preferita e con gesto asburgico la getta in un secchio, ma soprattutto non dovremo più tracannare l’acqua gassata al varco dei controlli con conseguente rutto incontrollato proprio nell’istante della perquisizione.
Ora tutto è consentito a bordo: tubetti, bombolette spray, tablet e computer – non chiedetemi perché tecnologie che se entrano in contatto con dei liquidi si rompono siano trattate allo stesso modo. Questa libertà, che ci riporta all’aeronautica pre 11 settembre (anche se non è mai stato chiarito del tutto il ruolo delle bottigliette di acqua minerale dentro Al Qaeda), è una conquista che dobbiamo al progresso tecnologico: i nuovi macchinari che scannerizzano i nostri bagagli sono ancora più sofisticati, e non solo individuano i liquidi, ma dal loro peso atomico (che sanno riconoscere e calcolare, mentre io non so neanche cosa sia) capiscono di che liquido si tratti – io a malapena capisco cosa ho scritto. Altro che metal detector o scanner a infrarossi, questi macchinari sono delle vere e proprie tac – tanto che al mio prossimo viaggio in aereo sto pensando di gettarmi anche io sul rullo assieme ai trolley e farmi una bella total body, tanto d’aspetto posso essere scambiato facilmente per un borsone.
Questa novità è stata accolta con giubilo dai viaggiatori e poi, come sempre, con caos e polemiche: non tutti gli aeroporti infatti, in Italia e non solo, sono dotati del macchinario di ultima generazione di cui sopra, e anche tra gli scali che ce l’hanno non tutti hanno deciso di applicare la regola. Insomma, il rischio è che ti presenti ai controlli con una bottiglia di champagne con la quale brindare a bordo per la riammissione dei liquidi sugli aerei, e invece ti senti dire che o te la scoli lì alla goccia o la imbarchi – con quello che costa. Resta il fatto che la notizia c’è e tiene banco da giorni, più dei dazi, della guerra o del clima. La gente non va in vacanza, non prende un aereo dal 2019, ma clicca e commenta comunque sui titoli riguardanti il ritorno dei liquidi in volo come fosse l’evento dell’estate, peccato nessuno abbia pensato di fare la diretta del primo uomo dopo venticinque anni che porta una bottiglia da un litro al proprio posto a bordo, cioè l’11A – ormai si vende solo quello. Questi erano gli anni in cui avremmo dovuto portare l’uomo su Marte; e invece, ci siamo accontentati di poter portare la bottiglietta d’acqua su un volo ITA Airways per Cagliari. Un piccolo sorso per l’uomo, ma un grande passo per la Levissima.

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