
Estate con Ester
L'imperdibile dibattito sullo scandalo dell'estate: le corna al concerto dei Coldplay
Kiss cam spietata. Abbraccio da relazione fresca, lui dietro e lei davanti, mani intrecciate, lui inequivocabile sulle tette di lei. Entrambi sposati, ma con altri. I fedifraghi si vedono all’improvviso in stadio-visione e crollano. Nulla crea coesione come la cronaca zozza delle vite altrui
Temptation Island non mi piace ma quando si fanno le cose in grande sì. Finalmente uno scandalo estivo come si deve, meno male che è arrivato, quest’anno avevo proprio paura che ci lasciassero senza.
Mercoledì sera, Gillette Stadium di Boston, concerto dei Coldplay. È il Jovanotti inglese, Chris Martin, “l’amore l’amore”, è uno di quei concerti che fanno tornare le forze e la felicità di stare al mondo. Le canzoni sono del tipo tutto-si-sistemerà-perché-ti-amo, ci sono le lucine di mille colori, se ci vai con uno che non ti piace uscite da lì fidanzati e contenti.
Dicevamo Chris Martin, il biondino col sorrisone da vita a Los Angeles che canta l’amore universale, e l’amore universale risponde. Sul megaschermo – la telecamera dei fatti tuoi, Kiss cam si chiama, dove inquadrano quelli che si baciano – compare una coppia come le altre, anonimi, manco troppo belli e giovani, di quelli che in caso di caroselli romantici su Instagram passano inosservati. Lui è Andy Byron, ceo di Astronomer (tech e dati, valutazione miliardaria, moglie a casa), lei è Kristin Cabot, eich-àr, capo delle Risorse Umane della di lui società, idem sposata.
Non c’è troppo da interpretare, due secondi – forse meno – e si capisce tutto, com’è veloce la vita a smascherare, penso. Abbraccio da relazione fresca, lui dietro e lei davanti, mani intrecciate, lui inequivocabile sulle tette di lei. Si vedono all’improvviso in stadio-visione e crollano. Sorriso colpevole, i due fessi non reggono la parte. Dovevano rimanere gelidi per farla franca, ma si vede che sono novellini del mestiere – lei si gira con due imbranatissime mani in faccia, lui si abbassa e si eclissa, intorno ridono tutti. Il Coldplay, molto cold, capisce tutto, se ne frega della sovraesposizione e pare Liam Gallagher all’improvviso, cosa che me lo fa voler bene: “O hanno una relazione o sono molto timidi”, chiosa perfetto. Ovazione. Milioni di video TikTok, nulla crea coesione come la cronaca zozza delle vite altrui. Fine della privacy, pubblico sfamato e contento, sui social ci stiamo spassando da pazzi, sadici e cattivi, da due giorni. Senza troppo sentirci in colpa: questi siamo diventati, inutile fingersi diversi e migliori.
Per l’accusa: ben vi sta. Saranno contenti quelli che avete lasciato a casa ad addormentare i figli, traditi a luglio, il più crudele dei mesi, mentre voi vi divertite? Già cominciano a parlare di “violenza e invasione, per piacere”. Un ceo flagrante in megaschermo è la madeleine degli anni passati che ci meritiamo, un ritorno all’umano dopo anni di facce in videocall. Esiste ancora il mondo Vanzina, era un mondo facile, a tratti ci si viveva meglio. Non la chiamate pornografia del privato, c’è sempre stata, è una cosa bella, è archeologia erotica. Parlate di privacy senza accorgervi che la privacy ha fatto la fine del fax.
Per la difesa: non è che esista proprio una libertà di guardare e infilzare due poveri cristi che copulano segreti. Esisterebbe, quello sì, il diritto a essere lasciati in pace. Non tutto quello che è visibile è destinato al pubblico, forse i nostri cervelli rosicchiati dai social vanno rieducati a farsi i fatti propri e a ridiventare decenti e rispettosi.
Per l’accusa: Però finiamola con l’ipocrisia verginella, il concerto è già teatro. Gli amanti volevano l’autosabotaggio matrimoniale, si vede a un miglio. Freud direbbe che se rischi così, vuol dire che volevi rischiare. Per tutto il resto c’è il Four Seasons. Chris Martin è perfetto regista, la folla è pubblico, la Kiss cam è il sipario che cade sulla farsa della discrezione borghese. Si invoca il diritto alla privacy? Proprio ora, ora vogliamo la privacy, dopo che l’abbiamo tutta ceduta? Il-grande-patrimonio-dell’umanità, la segretezza delle cose nostre, dopo secoli di vetrinismo forzato? Siamo seri. Il pettegolezzo questo è, l’inarginabile carburante della società. Senza, siamo finiti.
Per la difesa: non chiamiamolo nuovo spirito di società. E’ sadismo sistemato come curiosità democratica. E i giornali appresso ai meme dei social, dove andremo a finire.
Per l’accusa: ma ci siamo già finiti, egregi signori.