
Baruffe in laguna
Casa Cacciari. Tommaso contro lo zio: "A Massimo non frega niente di Bezos"
Il matrimonio di Jeff Bezos e la famiglia Cacciari. Massimo, Tommaso e Paolo e le liti famigliari. Un romanzo a Venezia
C’è Massimo che dice: “Non me e frega niente”. C’è Tommaso che ride e un po’ canzona: “Ma va! Non gliene frega niente. Perché lui è uomo delle istituzioni!”. E infine c’è Paolo che, sorpreso della nostra chiamata, risponde: “Forse cercavate Massimo”. No. “Forse cercavate Tommaso”. No. “Io sono Paolo. Cercavate me?”. Sì. “Ah. Ho capito. E’ perché è diventata una saga famigliare”. Proprio così. “Ma che le devo dire? Nella nostra famiglia la pensiamo tutti diversamente, e per fortuna”.
Ed ecco. Benvenuti a casa Cacciari. Gondole e rivoluzione. I promessi sposi Jeff Bezos e Lauren Sánchez – i “ricchi taccagni”, così li chiama Tommaso – hanno rimesso in moto, in questi giorni, la baruffa goldoniana della famiglia in laguna. La commedia corale dei Cacciari. Con lo zio Massimo, filosofo ed ex sindaco di Venezia; il nipote Tommaso, attivista del laboratorio occupato Morion; e il fratello Paolo, nonché padre di Tommaso, meglio noto come “l’altro Cacciari”, ex vice sindaco della città, già deputato di Rifondazione comunista, saggista poco nicciano, più latouchiano, e dunque più “decrescita felice” (e “famiglia infelice”…infelice a modo suo, s’intende).
Raggiunti al telefono, i tre, con visioni del mondo opposte, hanno tuttavia la stessa voce. Lo stesso timbro che, per dirla con Cacciari (Massimo), sconfina nel “perturbante”. Li chiami, uno dopo l’altro, e t’imbatti nella stessa modulazione vocale. Stesse pause, stessa facilità all’invettiva, per non dire dell’opulenza di aggettivi. “Arroganti, prepotenti, taccagni”, dice Tommaso Cacciari dei coniugi Bezos. Va bene, ma lo zio – comunista aristocratico – che ne pensa? “Massimo? Lui ha scelto di fare politica nel palazzo! Io la faccio dal basso perché la conflittualità è il sale della democrazia! E le leggi vanno anche violate!”. E lui è d’accordo con quest’idea di violare le leggi? “Non credo proprio”, ride il quarantottenne no global. Che adesso, con noi al telefono, veste i panni dell’Antigone contro zio Massimo Creonte. “Le leggi vanno violate perché altrimenti avremmo ancora la schiavitù o le navi a Venezia. Io mio zio non lo sento. A lui non frega niente, vero. Io invece faccio l’allestitore di padiglioni, lavoro coi tecnici. E di gente come noi Bezos ha paura”. Gente come noi? “Noi normali”. Ah. E dei filosofi non ha paura? “Macché. Ha paura di noi. Non della gente di partito o delle istituzioni. Tutti ‘sti ricconi, alla fine, coi loro jet, i loro marines, davanti alle proteste dal basso si fermano. Si DEVONO fermare”.
E in effetti i Bezos hanno spostato i preparativi, per ragioni di sicurezza, dalla Scuola Grande della Misericordia all’Arsenale, più riservato e facile da controllare. Ma cosa ne pensa, invece, Paolo? L’altro Cacciari che già nel 2020 si oppose al fratello maggiore e promotore della candidatura di Venezia ai giochi olimpici. Lui, che di sé usa dire “io sono il Cacciari cattivo” – quello non imborghesito – condivide “perfettamente quello che fanno i centri sociali”. Perché? “Gli abitanti sono soffocati da un uso scellerato, mercantile, stupido, volgare, arrogante della città”, dice. Dunque (anche in forza di aggettivi) Tommaso ha la benedizione del padre? “Altroché. Grazie a lui il Washington Post ha capito la situazione di Venezia assediata. I centri sociali svelano l’incultura di questi ricconi. Di questi riccastri. La loro prepotenza mai vista. Neanche al tempo dei re”. Su questo non c’è dubbio. “Un’incultura. Ed è la prova che i soldi fanno male alla cultura. Malissimo”.
Già. Però è anche vero che da quando i Bezos hanno annunciato lo sposalizio non si parla che di voi. Di suo figlio Tommaso e poi di lei e suo fratello Massimo. I figli del pediatra Pietro e di Ermenegilda. I cugini di Piero Buscaroli. I comunisti diversi talvolta protagonisti di liti famigliari sulla stampa locale. “Cosa vuole che le dica?”, sbuffa Paolo che sembra Massimo. “Ognuno di noi ha la sua idea, la sua opinione, la sua storia, la sua vita. Per fortuna la pensiamo diversamente”. Intanto ci riproviamo con Cacciari senior, il gemello grande, l’Angelo Necessario. Che come in un dramma ricompone il cerchio della baruffa (senza aggettivi). Professore, sa che se cambia idea e ci dice cosa pensa dei Bezos noi siamo qui… “No, no. Non cambio idea”. Sicuro? “Non me ne frega niente. Saluti”. Dal palazzo è tutto.