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Saverio ma giusto
Calenda può prendere appunti da Leone XIV
A Conclave finito possiamo procedere con un'analisi del voto: 100 per cento di affluenza, decisivo il voto dei maschi over 65 e degli astinenti sessuali. Prevost è un repubblicano, ma anti trumpiano: praticamente Calenda, che in Vaticano potrebbe arrivare alla maggioranza. Male invece la sinistra
Si sono concluse giovedì scorso le elezioni dell’ultimo pontefice, sotto l’attenta osservazione degli ispettori delle Nazioni Unite che hanno controllato la regolarità del voto appostati sul tetto della Cappella Sistina dove era posto il comignolo, travestiti da gabbiani. Ha vinto, come è noto, l’americano Robert Francis Prevost, aka Leone XIV, benché essendo nato il 14 settembre sia Vergine – e in teoria non solo dal punto di vista dello zodiaco... Uomo distinto, signorile, appena il nuovo Papa è comparso sul balcone dalla piazza gli hanno gridato “SI NU PRET!”.
E’ stato un conclave breve, durato a malapena un paio di giorni: alla seconda fumata nera, il Vaticano ha chiamato gli spazzacamini per pulire la canna fumaria, hanno cambiato la marmitta alla Cappella Sistina, et voilà, fumata bianca! Per il prossimo conclave i cardinali hanno promesso che metteranno la cappa fumaria, così i vicini non si lamentano. In effetti anche questa volta sono bastate un paio di fumate per affumicare mezza Roma, e i livelli di Co2 nell’aria della capitale sono preoccupantemente saliti, tanto che il Vaticano ha promesso che dalla prossima volta per ogni Papa che eleggeranno pianteranno dieci mila alberi.
Ma veniamo ora all’analisi del voto: nonostante il massimo riserbo e tutta la documentazione sia andata in fiamme, sono in grado di ricostruire i flussi elettorali all’interno della Cappella Sistina. In primis, hanno votato il 100 per cento degli aventi diritto (che sia d’insegnamento per tutti gli altri stati elettivi su come combattere l’astensionismo: basta chiudere gli elettori in una stanza, e prima o poi – più prima che poi – votano tutti). Per la vittoria di Prevost è stato decisivo il voto dei maschi over 65, elettorato particolarmente influente in un conclave; ma Leone XIV ha ottenuto la maggioranza anche nel target astinenti sessuali – elettorato minoritario ma comunque simbolico. Prevost ha vinto anche grazie agli italiani all’estero, cioè la folta presenza di cardinali italiani su suolo vaticano; mentre non ha sfondato nel voto femminile – del resto assente. Anche nel caso dell’elezione del nuovo Papa hanno pesato molto gli indecisi, ma solo perché poi alla fine hanno deciso.
Il nuovo Papa politicamente è un repubblicano, ma anti Trump: praticamente Calenda. Il Vaticano a oggi è l’unico posto al mondo in cui uno come Carlo Calenda può arrivare ad avere la maggioranza dei voti e vincere le elezioni: che sia il caso che il leader di Azione prenda i voti per farsi votare anche qui in Italia?
Ma veniamo ora all’analisi della sconfitta: nonostante i sondaggi preconclave lo dessero per favorito, Parolin è stato penalizzato dal televoto ed è arrivato solo sesto, come Giorgia a Sanremo; Zuppi (sostenuto da Pd, M5s, Avs, +Europa e sala stampa vaticana) si è aggiudicato invece il premio della critica Cardinal Martini; sorprendente il risultato di Pizzaballa, che pur partendo da posizioni minoritarie è arrivato secondo anche grazie al duetto con Topo Gigio. Per il prossimo conclave la sinistra auspica un campo largo che veda insieme Zuppi, Pizzaballa e Don Matteo. Intanto, Papa Leone XIV ha fatto sapere che, pur avendo vinto il conclave, rinuncia a rappresentare il Vaticano all’Eurovision; al suo posto andrà il cardinale filippino Tagle, con “Imagine”.