
(foto d'archivio Ansa)
riferimenti culturali
Esplorare la mente dei giovani e fornire una mappa agli adulti
Adolescenti tra rischi digitali, emozioni e ricerca di sé: due libri aiutano genitori e ragazzi a orientarsi in un mondo complesso, dove la consapevolezza è la chiave per crescere e difendersi davvero
E’ tornato attuale il tema dell’adolescenza. La serie su Netflix, la presenza di tanti ragazzi a Roma per celebrare il Giubileo a loro dedicato, e poi studi e articoli che tentano di approfondire un argomento caro – trasversalmente – a tutti perché riguarda l’intera società, il futuro ma anche il presente. Sono i nostri figli: dai bambini di nove o dieci anni sino ai ragazzi alle soglie dell’età adulta, una platea che si sta ampliando in maniera direttamente proporzionale alle problematiche. Su questo tema, in America si consumano quotidianamente lunghi dibattiti; l’ultimo, in questo senso è legato al rapporto tra intelligenza artificiale e giovani.
Le questioni in ballo sono molte e complesse ma affrontarle è doveroso e non spetta solo ai legislatori o al mondo della scuola. Da poche settimane sono stati pubblicati in Italia due volumi molto interessanti dedicati ai giovani: “L’orco in cameretta” di Cristina Obber (Solferino) e “Come funziona il cervello di un adolescente” di Álvaro Bilbao (Salani Editore). Differenti per approccio, scrittura e argomenti, i due libri ricostruiscono bene alcuni passaggi decisivi del processo evolutivo, soffermandosi su specifiche problematiche.
Ne “L’orco in cameretta” la Obber – scrittrice e giornalista – approfondisce il fenomeno del grooming, l’adescamento online che solo nel 2023, secondo i dati della Polizia postale, ha visto 351 casi, con una prevalenza di vittime preadolescenti, tra i 10 e i 13 anni. Lo scenario è quello di una cameretta, un giovane e lo schermo del suo cellulare. L’autrice sfata il mito del “dentro sicuro” e del “fuori pericoloso”: un tempo si invitava a guardarsi dai pericoli esterni; oggi questi si insinuano nelle stanze dei ragazzi, attraverso strumenti che “annullano le difese che naturalmente abbiamo quando siamo fisicamente di fronte a un’altra persona”. Secondo Obber, questa violazione si perpetua attraverso una manipolazione emotiva, subdola e quasi effimera, che penetra rapidamente nella sfera privata di bambini e ragazzi. Uno scenario complesso e in continuo mutamento che richiede adulti – genitori prima di tutto – capaci di essere “un porto sicuro” dove i figli possano ritornare.
In “Come funziona il cervello di un adolescente”, Álvaro Bilbao – neuropsicologo e psicoterapeuta – parte dalla conoscenza e dalla gestione delle emozioni del ragazzo (la questione emotiva ritorna anche qui), cercando di dare loro un nome, saperle osservare e comprendere che “non esistono emozioni negative”. Il percorso di Bilbao è ricco di spunti, aneddoti e storie di vita quotidiana: un volume utile sia agli adulti sia ai ragazzi, che spesso ignorano i meccanismi alla base di certi comportamenti e reazioni. In un passaggio, lo psicologo ribadisce che “l’autoconoscenza è la migliore pillola che una persona possa prendere per prevenire e risolvere molti dei suoi problemi”, ed è proprio qui il punto decisivo nei tempi che viviamo. Non saranno solo regole, denunce (per quanto motivate e reali), pericoli o errori a tutelare i nostri ragazzi o a migliorare il rapporto con noi adulti. Un punto di svolta è l’autocoscienza – del giovane e dell’adulto – intesa non solo come conoscenza di alcuni meccanismi cerebrali o emotivi, ma come struttura profonda del proprio essere umano. Che cosa mi rende saldo in un mondo complesso e incerto? Chi sono le persone che possono guidarmi verso una consapevolezza autentica? Crescendo, si può essere veramente felici in uno scenario in cui spesso regnano prevaricazione, violenza e disillusione? Indicare ai nostri figli quelle persone adulte che nella loro vita hanno già tentato una risposta è il miglior contributo – e la più efficace difesa – che possiamo loro offrire contro un mondo che ambisce a ingabbiarli.