Gruppo con Amazzone e Barbaro, di artista sconosciuto, II secolo, marmo. Roma, palazzo Massimo alle Terme 

Non funziona più niente della vecchia barbarie che voleva conquistare il mondo

Ester Viola

C’erano una volta i nuovi barbari, alla conquista del mondo. Erano veloci, affamati e combattivi. Di quella diagnosi di Alessandro Baricco si sono avverate pure le virgole. Solo che dopo vent’anni i barbari non sono più quelli di una volta. Tanta ansia e cedimenti. Tra le avvisaglie, i "date me docs"

C’erano una volta i nuovi barbari, alla conquista del mondo. Erano veloci, affamati, si muovevano ovunque. I barbari arrivarono e fecero preda di tutto. S’incaricò di raccontarli Baricco, quasi vent’anni fa, all’alba dell’internet di massa, dei social, di tutto quello che viaggia online. Non c’erano errori, in quella pre diagnosi. Si sono avverate pure le virgole. 

  

I barbari, caratteri essenziali:
L’adozione di una lingua moderna come lingua base di ogni esperienza, come precondizione a qualsiasi accadere.
La semplificazione, la superficialità, la velocità, la medietà.
La pacifica assuefazione all’ideologia dell’impero americano.
Quell’istinto al laicismo, che polverizza il sacro in una miriade di intensità più leggere, e prosaiche.
La stupefacente idea che qualcosa, qualsiasi cosa, abbia senso e importanza solo se riesce a inserirsi in una più ampia sequenza di esperienze.
Il valore della spettacolarità, come unico valore intoccabile.

E noi non lo capiamo, ma sotto sotto già abbiamo metabolizzato quel movimento, quella corsa, la conosciamo, in un certo modo, senza volerla conoscere, ma la conosciamo. 
Posso sbagliarmi, ma io credo che la mutazione in atto, che tanto ci sconcerta, sia riassumibile interamente in questo: è cambiato il modo di fare esperienze. C’erano dei modelli, e delle tecniche, e da secoli portavano al risultato di fare esperienza: ma in qualche modo, a un certo punto, hanno smesso di funzionare. L’esperienza, per i barbari, è qualcosa che ha forma di stringa, di sequenza, di traiettoria: implica un movimento che inanella punti diversi nello spazio del reale: è l’intensità di quel lampo.
Non era così, e non è stato così per secoli. L’esperienza, nel suo senso più alto e salvifico, era legata alla capacità di accostarsi alle cose, una per una, e di maturare un’intimità con esse capace di dischiuderne le stanze più nascoste. Spesso era un lavoro di pazienza, e perfino di erudizione, di studio.

    
Era vent’anni fa, o quasi. La storia del nuovo mondo pareva cominciare sotto la stella della voracità e di un moderato entusiasmo. I nuovi abitanti ci sapevano fare, col moderno. Con tutti gli aggeggi. I barbari hanno un nuovo codice, si disse. Più strumenti, più idee di futuro. Non solo erano forti, ma ci si sentivano. E così saltò il banco, con l’avvelenata ammirazione dei non più giovani. Per forza. C’erano solo i vecchi a protestare che questi barbari erano tutti corrotti, che quel mondo del web e dei social era una truffa, non come loro cresciuti con una dieta rigida di dura realtà, studi universitari complessi, master e stipendi bassi.

  

La corsa, il movimento, la rapidità del risultato, il guadagno senza troppa fatica. Erano cose mai viste, allettantissime. Bisognava non pensarci, o si veniva matti.
Erano così attrezzati che li avresti immaginati felici e trionfanti per sempre. Solo che dopo vent’anni i barbari non sono più quelli di una volta. Non più rapidi, affamati e combattivi.

 
Stanchi di lavorare, stanchi di uscire la sera tanto c’è Netflix, stanchi di guardare un film che dura tre ore, stanchi di studiare, stanchi di leggere, stanchi perfino degli istinti felici. Un esempio? Le coppie vogliono figli ma non hanno tempo, così stanno aumentando le richieste di confezionamento in vitro del minore non per difficoltà medicalmente accertate ma per fare prima. Per svogliatezza dei partecipanti al concepimento.

 

Non funziona più niente di quella bella barbarie del passato. Dopo un iniziale entusiasmo si stanno abbandonando perfino i luna park, le app di dating faranno la fine delle discoteche. Bastano due storie demoralizzanti e t’arrendi. Paura del rifiuto, paura che vada male. Ansia da avvicinamento. I “non incontro nessuno” degli anni ’90, specie in provincia, disumani, interminabili, paiono un passato da favoletta.

  

Tra gli altri segni di cedimento, c’è chi comincia a scriversi il file di presentazione per fidanzarsi, si chiamano i date me docs. Per ulteriori garanzie del creditore hanno creato vari siti di trip advisor dei maschi, in cui fai il nome e nel caso t’avvertono se ti sei messa appresso a un fareniello. Abbi paura del prossimo tuo come di te stesso.

 
Trovato un amore che t’aggrada, non dura. Ormai l’industria culturale, paraculturale e pop è diventata un grande “m’hai stufato pure tu”. Si passa di moda, ci si affloscia alla velocità del basilico. Viaggiamo sul sapone. Quel che servirebbe sapere è se è una nuova èra dei barbari. Sono barbari tristi? Sono i vecchi barbari e non ce l’hanno fatta perché la vita ha scorticato pure loro, come fece coi genitori senza internet? Qualcuno ne capisce?