"Jack" Torrance interpretato da Jack Nicholson nell'adattamento cinematografico del romanzo di Stephen King "Shining" del 1980 

gli atermici

Le nuove generazioni dalla caviglia scoperta suscitano interrogativi antropologici

Alberto Mattioli

Che fine ha fatto la mamma italiana tipica, quella che ti obbligava alla maglietta della salute e, nei casi peggiori, alla canottiera? Si conferma che la Moda è più forte perfino della Morte

È finalmente arrivato l’inverno, per la gioia di noi freddisti che anche a Ferragosto vorremmo portare il loden, un indumento che fa tanto buona borghesia, Università Bocconi, palco alla Scala e governo tecnico (infatti l’indimenticato proto Draghi, Mario Monti, era appunto soprannominato Bin Loden dai malvagi populisti). Insomma, si gela, evviva, e poi pare perfino che alla fine il riscaldamento continueremo ad averlo, alla faccia di Mad Vlad. 

 
Però per le strade è tutto un pullulare di under 30 senza calze e/o con i pantaloni strappati, e che apparentemente non danno segni di fastidio, nemmeno un po’ di pelle d’oca. Il disagio è semmai negli occhi di chi guarda, raccapricciato da quei cinque centimetri di pelle che occhieggiano dove dovrebbe esserci il filo di Scozia del calzino o da ginocchia che sbucano da jeans apparentemente recuperati in una discarica. Con anche risvolti, anzi risvoltini, antropologicamente misteriosi, come quelli di certi hipster che girano per Montenapo bardatissimi con barbone e sciarpona e cappellone dal collo in su e nudi dalla caviglia in giù. Bisogna ammettere che ci troviamo di fronte alla prima generazione atermica della storia nazionale, in un paese peraltro che è sempre stato sensibilissimo al freddo forse perché è caldo e dove sotto i cinque gradi (praticamente, la temperatura ideale) è subito ritirata di Russia. Questa sovrana indifferenza al termometro non può che suscitare angosciosi interrogativi. Intanto, che fine ha fatto la mamma italiana tipica, quella che ti obbligava alla maglietta della salute e, nei casi peggiori, alla canottiera (poi sdoganata da Craxi sotto la camicia fradicia di sudore congressuale e da Bossi come risposta ur-populista e veteropadana ai Caraceni berlusconiani)? Sì, perché si sa che i gggiovani, fra il caro affitti e il lavoro che non c’è, restano a casa da mammà a oltranza, ma evidentemente senza dover soggiacere ai suoi ricatti vestamentari, quindi o sono cambiate le mamme oppure i bamboccioni hanno più tempra di quanto si immagini, libero outfit in libera famiglia.

 
Ma, soprattutto, gli atermici segnano l’ennesima vittoria della globalizzazione. Quante volte ci abbiamo fatto caso, a New York, a Parigi, a Berlino, al fatto che la gente, tutta, fosse vestita molto più leggermente che in Italia, negli States anche con un’insana passione per le maniche corte pure d’inverno e in Francia, ahiloro, per le calze corte, le famigerate mezze calzette: altro che bidet, signora mia, è dal calzino che si riconosce davvero la perversità dei cugini. A Londra in gennaio si sono viste fanciulle uscire dal Covent Garden in minigonna e senza collant, con “le estremità”, come avrebbero detto i vittoriani (“Dear, la Regina non ha gambe”), che assumono subito l’inconfondibile colore del roastbeef del ristorante “Rules”, fondato nel 1798, lo stesso anno della spedizione in Egitto di Boney. Insomma, anche la sensibilità al freddo si sta allineando agli standard internazionali, e chissà che non arrivi una direttiva da Bruxelles sul modo corretto di vestirsi, sono corsi e ricorsi storici, ieri l’orbace e oggi solo tessuti naturali. Oppure, in generale, si conferma che la Moda è più forte perfino della Morte. Al solito, l’aveva spiegato prima e meglio di tutti Leopardi nel relativo dialogo delle Operette morali.  “Io persuado e costringo tutti gli uomini gentili a sopportare ogni giorno mille fatiche e mille disagi, e spesso dolori e strazi, e qualcuno a morire gloriosamente, per l’amore che mi portano”, dice la Moda. E ancora: “Io non vo’ dire nulla dei mali di capo, delle infreddature, delle flussioni di ogni sorta, delle febbri quotidiane, terzane, quartane, che gli uomini si guadagnano per ubbidirmi, consentendo di tremare dal freddo o affogare dal caldo secondo che io voglio”. Qui, però, il signor conte sbaglia. Perché gli atermici continuano a circolare imperterriti con le caviglie al vento senza nemmeno un etcì, e io sotto il cappotto ho un raffreddore micidiale da dieci giorni.

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