Germano Lanzoni, il "Milanese Imbruttito" (via Facebook) 

eterno online banking

Soldi e disperazione. Giornata tipo di un milanese medio, sull'orlo di una crisi di nervi

Costantino della Gherardesca

Inizia alle 5:30, finisce alle 23:30. Dopo tre docce e pochi riti sociali l'esemplare di ominide alle 12:35 pensa alla morte solo come una vacanza che non si può permettere e, per godere degli sfarzi agognati, si mangia uno yogurt

L’agenda quotidiana del milanese è fondata su due principi: soldi e disperazione.

 
5:30. Sveglia reale. A quest’ora il milanese è già in piedi, ma non lo fa sapere. Questa breve sincera parentesi di vita, lontana dagli occhi degli altri e da quelli del fisco, sarà l’unico assaggio di serenità della giornata.

 
5:32. Ogni speranza di riscatto sparisce di fronte allo spettro della miseria. Prima ancora di apparire sui radar dei suoi vicini umani, il milanese sta già fissando in solitaria il baratro dell’ansia finanziaria. Una sessione di online banking gli darà l’illusione di poter tenere sotto controllo l’entropia del capitalismo e l’occasione di meditare su alcuni investimenti sbagliati: sauna infrarossi contro acne rosacea e casa per le vacanze sui Navigli arredata in stile tiki dove sfoggiare una pelle senza inestetiche tracce di circolazione sanguigna… E poi, c’è davvero bisogno di abbonarsi a tutte le piattaforme streaming se non fai altro che rivedere le prime quattro stagioni di “Seinfeld”? La risposta è sì, perché non vivi a Roccaraso.

 
6:15. Il milanese si ricorda di vivere a Milano. Doccia di sudori freddi.

 

6:30. Sveglia comunicata alla società. Da questo momento in poi, il milanese è raggiungibile, cioè chiunque avrà almeno una possibilità di fargli perdere tempo.

 
6:35. Vera doccia. Messo a confronto con la propria nudità, il milanese constata con soddisfazione la propria progressiva perdita del desiderio. Almeno il ricatto dell’economia qualche vantaggio ce l’ha. Fiero del salto evolutivo che ha allineato le sue funzioni vitali all’andamento della borsa di Singapore, il milanese è pronto a uscire di casa per affrontare un’altra giornata in ostaggio delle proprie ossessioni aspirazionali.

 
6:55. Colazione al bar. L’unico rituale pubblico a cui il milanese è disposto a partecipare.

 
7:30. Doccia di bellezza. Dopo una serie di false partenze, il milanese deve darsi una pulita e rendersi presentabile. Da vero professionista della disperazione, sa che l’angoscia esistenziale non è una scusa valida per puzzare. 

 

8:30-12:25. Ma un vero professionista della disperazione, sa anche arrendersi alle esigenze del contratto sociale. Ecco perché, in questa fase della giornata, il milanese si dedica al suo “lavoro ufficiale”: quasi sempre un impiego molto vago nel terziario avanzato. È una recita che mette in scena ogni giorno alla stessa ora, perché quel “lavoro” non è altro che l’immagine di sé che vuol proiettare sulla società, un po’ come i centimetri di pene dichiarati su Grindr.

 
12:25-12:30. Con la scusa di fare ancora un po’ di online banking, il milanese si dedica per pochi attimi al suo lavoro reale e sua principale fonte di reddito: controllare che sul suo conto siano arrivati i soldi dell’ex moglie, una notaia messinese che aveva sposato subito dopo il liceo.

 
12:35. La morte è solo una vacanza che non puoi ancora permetterti. E allora, per pregustare le gioie dell’aldilà, alle 12.35 il milanese mangia uno yogurt.

 
12:45-13:30. Mentre il resto d’Italia ancora spizzica o digerisce, Milano alimenta rancore.

 

15:15. Appuntamento dal medico, l’ennesimo reminder della propria mortalità. Ma prima, in sala d’attesa, ancora online banking.

 
16:30. Una rilassante mezzoretta di yoga.

 
17:00-18:30. Un’ora e mezza dallo psichiatra per riprendersi dallo stress provocato da trenta minuti di yoga.

 
18.30-19.00. Si consuma una serrata contrattazione tra il milanese e un gruppo di persone che si spacciano per suoi amici: la scelta del ristorante per la cena. È un momento di grande e legittima tensione, ma niente in confronto a quello che seguirà a breve.

 

20:00. Cena con gli amici, il business meeting più difficile della giornata.

 
22:30. Durante il ritorno a casa, ecco l’unico vero momento di rivalsa del giorno: in chat si parla male della persona che ha convinto tutti ad andare a mangiare in quel posto dove servono ancora tutto su piatti di ardesia. In questa rincuorante pausa-bullismo, il milanese sente finalmente di fare parte di una famiglia.

 
23:00. Se si è sufficientemente idratati, un bel pianto in bagno resta una valida alternativa alla meditazione.

 
23:30. Occhi gonfi, volto rigato di lacrime. Sogni d’oro.

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