(foto Ansa)

la riflessione

Il caso delle molestie a Blanco è il trionfo del nuovo bigottismo

Ginevra Leganza

Violenza o carezza che sia, quella mano che tocca il cantante è l'immoralismo che si muove sotto forma di un gesto eroico. E che serve a smascherare una verità: i  ventenni di oggi sono ben più bizzochi dei loro padri

C’è una mano amica sul membro di Blanco, e la Generazione Z si svela. Potendo scegliere se immedesimarsi nella mano o nell’asta, i giovanissimi scelgono il partito dell’asta, dando per certo che questa – nell’esser toccata – si sia risentita. 

Sabato scorso, sul palco milanese del concerto di Radio Italia, il vincitore dell’ultimo Festival di Sanremo si esibisce in “Notti in bianco”. Una fan va in estasi e gli palpeggia il monumento. Un’altra la filma, trasmette su TikTok, e non si capisce più se la performance vera sia la canzoncina del diciannovenne prodigio o l’eroica zampa della ragazza.

Giulia Bongiorno tuona: “E' violenza sessuale”. Sarà. Prendiamoci il tempo di interpretare. Ma fra interpretazioni e fatti, emerge un fatto. Comprovato dalla mano amica. Il tema è questo: oggi i figli sono più bizzochi dei padri.  In passato già Damiano dei Maneskin, guru del finto ribellismo, raccontava a Vanity Fair delle corteggiatrici invadenti: “Bigliettini, mani sul culo, messaggi ultra espliciti”. Insomma, dopo il caso Blanco, è chiaro: siamo nel pieno di un nuovo genere musicale che incarna l’anima della nuova fanciullezza. Dopo punk-rock, glam-rock, pop-rock, viene il tempo del bigot-rock: il rock dei bigotti di neanche vent’anni che bacchettano i padri sporcaccioni. Un po’ come accade nel film In viaggio con papà, con Carlo Verdone figlio bacchettante Alberto Sordi padre, donnaiolo immoralista, in un rovesciamento di ruoli che prelude all’estinzione del desiderio. 

 

Alla fine, il caso Blanco c’illumina definitivamente su un cambio di paradigma epocale: i giovani passano in blocco dall’inno del “sesso, droga e rock&roll” alla religione della figafobia. In questo senso, quella mano villana, con lo smalto tamarro di variopinte intenzioni, è un antidoto all’etica del Noli me tangere. Un virus sempre più diffuso, quello del “non mi toccare”, che segna l’età mentale dei teenager di oggi. Allora ci chiediamo: quale futuro per un popolo anerotico nell’essenza, giovane nella carne e decrepito nello spirito?

Il molestato non ha ancora parlato, ma la folla dei social l’ha subito dipinto come un San Sebastiano infilzato da una pioggia di mani moleste. Violenza o carezza che sia, quella mano anonima, con le unghie di colori tutti diversi, è l’immoralismo che si muove sotto la forma di un gesto eroico. È un’ode alla gioventù che resiste.

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