Niente è vero e tutto è possibile. Il freak show della Commissione Dupre
Dal Covid alla guerra in Ucraina. Freccero, Cacciari, Orsini & Co. ci spiegano la verità sui poteri forti, le manipolazioni delle élite mondiali, il coraggio di avere la schiena drittissima (ma le idee stortissime)
La televisione ha ormai perso ogni legame con la realtà, scriveva l’autore tv Peter Pomerantsev in un bel libro di qualche anno fa sulla propaganda russa: “I fantocci parlano con ologrammi e sono entrambi convinti di essere reali, dove niente è vero e tutto è possibile”. Sembra la descrizione della Commissione Dupre: dove Freccero, Cacciari, Mattei sono ologrammi su Zoom e Orsini e altri occupano lo spazio dei fantocci in un involontariamente comico convegno. Tutti che ci spiegano la verità sui poteri forti, le manipolazioni delle élite mondiali, il coraggio di avere la schiena drittissima (ma le idee stortissime), passando dal Covid alla guerra in Ucraina, incredibilmente senza indossare lo scolapasta. Se solo Putin avesse saputo quanti italiani sono disposti a creare verità alternative gratis.
Poche cose servono a dar certezza alle proprie idee come ascoltare gli sgamati della dietrologia, i giuliettachiesismi di quelli a cui non la si fa, loro sì che sanno come stanno le cose “realmente”. C’era Davide Tutino, il prof no vax coi capelli bianchi un po’ Legolas un po’ Assange, in sciopero della fame “per il diritto alla verità e la verità del diritto”, ha detto prima di scappare perché aveva il treno. C’era Alessandro Orsini che veniva presentato come un “coraggioso intellettuale” (forse perché era vestito da mimo?) che diceva di sé “Io sono un guerriero intellettuale”, ma anche lui doveva scappare perché lo aspettava la moglie (era sabato, nessuno voleva rimanere). Il fotogiornalista Giorgio Bianchi, quello che certificava “Maidan era un colpo di stato di stampo neonazista” e dice che la Nato ci ha fregato e Zelensky interpreta una parte.
Poi si è collegato il Cappellaio Matto, Carlo Freccero, attaccato ai fogli del suo discorso, sbagliando comunque tutti i nomi, come gli studenti durante gli esami da remoto. Il tema era “propaganda e censura”, dove secondo Freccero oggi non serve più censurare perché i poteri forti preferiscono la propaganda per manipolarci. “La presa di parola del potere in prima persona spiega il buonismo di oggi e la mancanza della violenza verbale nei confronti dei politici nei talk show televisivi” e “chiunque dissenta è escluso dal corpo sociale”, dice Freccero a mezzo cast fisso dei talk show e della Zanzara delle prossime settimane, dimostrando chiaramente di non guardare la televisione.
Ci dice che la propaganda nasce in America da Edward Bernays (non è così, ma se la propaganda diffonde idee senza alcuna considerazione per la verità o l'accuratezza, Freccero ce ne dà un ottimo esempio). Poi salta ai congressi segreti Bilderberg, cita Storia e coscienza di classe di Lukács e gli studi di psicologia delle folle di Le Bon, la quarta rivoluzione industriale, il World Economic Forum come piattaforma operativa per mettere in contatto le multinazionali, fino al transumanesimo. A questo punto ci si è allontanati dal tema iniziale ma ci avverte che: “Esistono stanze virtuali in cui le multinazionali farmaceutiche si incontrano in tempo reale per decidere il nostro destino”. Cioè la finestra Zoom da cui parla anche lui?
La parte in cui Freccero descrive la comunicazione di Zelensky come una prosecuzione della fiction può essere una buona intuizione, sarebbe interessante da studiare, ma poi aggiunge che “Interrogato sul fatto che avesse inserito nel suo servizio lo spezzone di un noto videogioco, un redattore del Tg2 si è giustificato dicendo che di questa guerra non esistono immagini reali per la censura di Putin. Non sappiamo se sia vero”. In quale senso la censura di Putin c’entri con le immagini di guerra in Ucraina o i filmati di videogiochi confusi per errore non lo so, ma per sapere che è falso che manchino le immagini basta aprire Getty, Reuters, AP, Telegram. O guardare la televisione, cosa che Freccero abbiamo capito si rifiuta di fare. “Io credo siano tutti in buona fede, e questa è la cosa più terribile”, dice Carlo Freccero parlando dell’informazione mainstream.
In guerra la verità è la prima vittima, ma i nostri più sgamati debunker infieriscono. E infatti il meglio, cioè il peggio, Freccero lo dà quando dice che esiste materiale creato a scopo propagandistico, come “il bombardamento all’ospedale pediatrico di Mariupol con l’influencer incinta, successivamente dichiarata morta e ricomparsa poco dopo”. Ci fu effettivamente un errore di scambio di persona, tra le donne incinte c’era una morta col suo bambino colpiti dalla fiction di Freccero.
Marianna Vishegirskaya, quando fu fotografata insanguinata dalla Associated Press in seguito a ciò che ha tutta l’aria d’essere un attacco aereo, era inizialmente stata descritta dalle istituzioni russe come un’attrice che si fingeva incinta. Ora in un’intervista evidentemente manipolata (il montaggio è fatto parecchio male, dagli eredi del Kgb ci si poteva aspettare di meglio) condivisa da account di Russian Mission in Geneva, intervistata da un blogger russo in territorio occupato russo le fanno negare l’attacco aereo, dire che non voleva essere filmata e che l’ospedale era usato dai militari ucraini. I primi due punti sono direttamente smentiti da Associated Press che ha registrato le immagini e parlato con testimoni oculari. Ma non importa: niente è vero, tutto è possibile è la lezione russa. E anche italiana.