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Fino a che punto la satira può essere scorretta. La versione di Milani

Maurizio Milani

Dai grandi obesi in poi, gran parte del mestiere si fa sulle caratteristiche fisiche. Con una filosofia: svegliare il can che dorme? Sì, sempre. Anche di notte

Allora, dispiace dirlo ma a questo punto… Fin dai tempi dell’uomo primitivo la satira era basata cento per cento sui pederasti. Questi in alcuni momenti della storia venivano allontanati dalla tribù. Essendo orecchioni, non potevano accedere neanche all’università (fino al nono secolo) poi sì. Ma dovevano seguire corsi a parte. Era loro interdetta la facoltà di matematica. Motivo? Con la scusa di misurare la distanza terra-cometa di Halley, andavano a baciarsi tra maschi nelle prime torri con specola. Infatti la prima specola costruita per scrutare gli astri è del 1030. Subito il rettore dell’università beccò due matricole che invece di effettuare i calcoli algebrici… facevano i cretini con le loro vergogne. 

Recentemente la satira prende di mira i grandi obesi. Quei grossi pachidermi che sono nelle aree urbane. E’ un fenomeno recente, infatti se vedete i filmati Luce ecc. di inizio secolo, nella moltitudine di gente (per discorsi, adunate, Belle Époque) sono tutti magri. Non si vede un grande obeso. Certo, mangiavano meno. Basti pensare che nel 1904 l’uomo più pesante del mondo (girava con il circo Fratelli Stanga in Usa) aveva un “tonnellaggio” dichiarato di 126 chili. Oggi “la bestia”, con rispetto parlando (essendo sempre una persona che merita tutta la nostra solidarietà), pesa 500 chili. 

Anche i grandi asini della storia sono stati oggetto di satira. Intendiamo gente come Lucignolo, che a scuola, oltre a non aver voglia di studiare, non capiva niente. Per assurdo se anche si mettevano tutto il pomeriggio sui libri, era uguale. Nella zucca non entrava nessun concetto. Chiamati anche imbecilli, era inutile metterli in classi differenziali. Meglio mandarli subito a caricare balle di fieno nella più vicina cascina. Alcuni pubblici amministratori volevano usare questi scemi come animali da tiro. Ma non esageriamo. Sono sempre persone come noi. 

All’inizio del XX secolo l’italiano più famoso al mondo era il prof. Cesare Lombroso. Le sue esatte teorie: in base alla forma della testa, si determinava se un individuo era un delinquente, un prostituto, ecc. La classificazione è valida ancora oggi in antropologia, testa quadra: ladro; testa a forma di pera: ricettatore; testa a forma di penisola iberica: impiegato del monopolio; testa a forma rotonda: uomo con tendenze alla digestione notturna (vedere tabella completa sul sito del Foglio).  Per quanto riguarda avere il genitale piccolo, mi dispiace ma tale fatto è stato sempre oggetto di scherzo. Specialmente sotto le docce al militare. In alcune popolazioni africane fino al 1980 chi aveva il membro mini era considerato un idiota. Oggi tale abitudine è scomparsa. Rimane in alcuni corpi delle forze armate sia ugandesi che degli Stati Uniti. Tanto che il famoso “Merolone” era un detto privo di fondamento. Ma veniva usato per classificare chi al bar era risaputo avere tale vergogna.

Insomma, la vera satira, la più bella, si fa sulle caratteristiche fisiche. Si scherza volentieri, quelli alti più di due metri e trenta, e viceversa, quelli con le mani grosse (es. Gianni Morandi)… E soprattutto la cosa più importante: a chi fa satira piace essere scherzato. Sia in strada che sul tram. Dispiace che per educazione alcune persone non lo facciano. Invece sono contento se avviene. Anzi, nel mio caso consiglio, quando mi vedete, di dirmi: “Guarda quel pirla”. E’ il più bel regalo che potete farmi. Dopo un Rolex (anche rubato e non segnalato, in quanto proveniente da una partita di orologi a sua volta di dubbia provenienza). Per cui è il caso di lasciar perdere. Svegliare il can che dorme? Sì, sempre! Anche di notte.

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  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.