Su OnlyFans ci si spoglia ma con intimità, e (per ora) senza ideologie

Valeria Montebello

L’exploit dell'app di contenuti espliciti e personalizzati coinvolge creators e un numero sempre maggiore di utenti. Il minimo comun denominatore è la fantasia

"Per vedere di più seguimi su OnlyFans”. Questa frase scritta nelle stories di Instagram è accompagnata da un video di una che salta con le tette al vento. OnlyFans è un’app in circolazione dal 2016 ma solo nell’ultimo anno ha iniziato a usarla anche mio zio. Funziona così: per vedere e ricevere contenuti, immagini e video espliciti prodotti da singoli creator devi pagare un abbonamento mensile. E’ una specie di Substack per culi. Invece di abbonarti a una newsletter che ti spiega cosa sta succedendo in Siria ti abboni al profilo di una che vuole liberare se stessa filmandosi mentre fa le giravolte vestita da Pikachu. Dopo il Covid-19 perfino lo schermo del nostro iPhone ci sembra sexy. Il fatto che fino a poco tempo fa per fare sesso dovevi fare il fuorilegge o rischiare la morte ci ha portato a livelli di eccitazione virtuale mai registrati. Pornhub ha dichiarato un aumento del 18 per cento del traffico mondiale. OnlyFans ha registrato una crescita del 75 per cento. Pare che OnlyFans sia meglio di un centro per l’impiego: “Ho perso il lavoro e ora pago l’affitto grazie ad OnlyFans”; “Ero piena di debiti, stavo per uccidermi; grazie a OnlyFans sono di nuovo ricca e felice”, queste sono solo alcune delle dichiarazioni raccolte dal New York Times.


OnlyFans nasce come piattaforma per sex worker ma adesso è diventato uno spazio per tutti i tipi di influencer – giornaliste, personal trainer, truccatori e chef. Persone che hanno perso il lavoro durante la pandemia si sono trovate a competere con sex worker in carriera, modelle e sempre più celebrità. Cardi B si è iscritta per postare foto di backstage, la star di “Teen Wolf” Tyler Posey ha debuttato cantando nudo con una chitarra posizionata strategicamente sul pacco, e l’ex volto di Disney Channel Bella Thorne ha guadagnato in un giorno più di quanto guadagna Montezemolo in un mese senza nemmeno spogliarsi. C’è anche chi si spoglia in modo intellettuale. Caroline Calloway si traveste da Ophelia di Millais e La Gioconda in versione soft porn. Ok le creator artistiche che hanno studiato letteratura alla Columbia come Calloway e i personal trainer pieni di olio di cocco, ma OnlyFans è ancora un’app dove si vogliono vedere parti del corpo nude muoversi ritmicamente. Durante i primi mesi della pandemia le sex worker hanno visto i loro redditi evaporare, i set porno sono stati chiusi, così come i club in cui si esibivano spogliarelliste e ballerine. Così, si sono convertite a pubblicare su OnlyFans. Molti dei profili hard non sono patinati, con messa in piega e chili di trucco, come su un vero e proprio set porno.

 

 

Mentre una volta le pornostar erano figure lontane della San Fernando Valley, le creator su OnlyFans sono le vicine di casa del tuo amico che abita a NoLo. Oltre alle tette ti mostrano le torte che hanno cotto, i videogiochi a cui stanno giocando, gli allenamenti che stanno facendo in palestra. Ti mandano foto la mattina struccate, mentre si masturbano e bevono un cappuccino di soia macchiato con il matcha. C’è spazio per ogni inclinazione, c’è anche chi fa finta di essere un cucciolo di cane. Jenna Phillips ha iniziato a pubblicare video stravaganti in cui mangia cibo per cani, fa casino e viene punita, gattona con una pallina da tennis in bocca ed esegue altri compiti da cane, spesso indossando un collare. Guadagna 10k al mese.

 

Solo i miei genitori credono che il porno si paghi. Nessuno paga per vedere una cecoslovacca frustata con l’ortica o una compilation di foto di piedi, il porno è gratis ed è ovunque. Per questo, pagare un’artista che si spoglia su OnlyFans sembrerebbe poco sensato ma sta diventando un’abitudine per sempre più persone: paghi una persona che fa quello che vuoi tu, che esaudisce i tuoi desideri. Il rapporto intimo con i propri follower è la chiave. I fan possono chiedere contenuti customizzati pagando un video con un certo outfit o un pacchetto di tre foto settimanali e una chiamata al mese. Il fan scrive: voglio che tu faccia trecento squat vestita da Minnie per duecento euro e tu puoi decidere se trecento squat valgono duecento euro. Pochi chiedono cose estreme, la maggior parte vuole un’esperienza da fidanzato. Meglio fantasticare su qualcuno con cui vorresti fare sesso, che può risponderti, che non ti fa sentire solo e a disagio. Le creator realizzano contenuti alle loro condizioni, con le persone con cui vogliono esibirsi, nei tempi in cui vogliono farlo. Sarà mica anche questo il femminismo? Molte creator parlano del proprio profilo come se fosse un’azienda e scrivono #girlboss sotto a tutti i post. 

 
Patreon, Instagram e Snapchat sono passati dall’essere un tripudio di capezzoli a essere un tripudio di magliette con sopra disegnate delle tette. Succederà anche a OnlyFans? Intanto sul social ci sono sempre più i creator maschi – trapper, attori, macellai, disoccupati – che si masturbano davanti alla cam o si travestono da furetti. E molte coppie. Alle coppie che si sballano con la psilocibina per ritrovare l’intimità consiglio di aprire un canale su OnlyFans. I maggiori rischi sono le molestie e il doxing: alla fine dell’anno scorso, il New York Post ha rivelato l’identità di un medico d’urgenza che aveva un account OnlyFans. Alexandria Ocasio-Cortez è intervenuta in difesa della donna: “Lasciatela in pace. Il vero titolo scandaloso qui è ‘I medici negli Stati Uniti hanno bisogno di due lavori per sopravvivere’”. La dottoressa ha cancellato il suo account OnlyFans e ha mantenuto il lavoro. Qui in Italia se sei una maestra e sei vittima di revenge porn sei licenziata. A insultare le creator su OnlyFans non sono solo maschi alpha e anziane megere, molte delle accuse vengono da altre sex worker. Esiste una gerarchia del lavoro sessuale che si chiama whorearchy. Dal basso abbiamo sex worker che stanno per strada, lavoratrice in bordelli, massaggiatrice erotica, escort, spogliarellista, pornostar, mistress bdsm, cam girl, operatrice linee erotiche. Alla fine ci sono le Elon Musk del sesso: le sugar baby – chissà se le creator su OnlyFans riusciranno mai a spodestarle. 

 

 

Giudicare le fantasie, i desideri, il modo di spogliarsi sui social di altre donne è un evergreen, nonostante le femministe della quarta ondata siamo ancora nel 1972 – quando Nora Ephron ha pubblicato Fantasies, un saggio che descrive la fantasia sessuale che ha avuto a 11 anni: essere dominata da maschi senza volto che le strappano i vestiti. “E’ fantastico, nella mia fantasia sessuale, nessuno mi ama per la mia mente”. Le femministe di allora la criticarono ma una fantasia non può essere ideologica, si può voler essere solo il proprio culo qualche volta. Mentre, scrollando il feed di OnlyFans, cercavo di offendermi per la mercificazione del corpo femminile, ho tirato un sospiro di sollievo: finalmente solo un culo. Un culo non accompagnato da frasi sotto per depotenziarlo, scusarlo, inserirlo nella narrazione giusta.

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