Manifesto dell'artista torinese Andrea Villa, contro il cyber-flashing (Ansa)

Pene paga pegno

Valeria Montebello

Credete che il vostro sesso sia un’opera d’arte? Un sito lo valorizza, ma non come pensate

 

Mentre stai cucinando uno strudel possono succedere tante cose. Puoi tagliarti un dito, interrogarti sul perché le giornaliste impegnate non si trucchino mai, o puoi ricevere la foto di un pene sconosciuto in DM, magari pure inquadrato male. Non serve eliminarlo subito, bannare, maledire il fotografo che ti ha fatto passare la fame o mandarlo alle tue amiche piagnucolando. Puoi fare di meglio: farlo diventare un Nft e accreditare il mittente come artista originale. Chiunque condivida foto indesiderate del proprio pene deve pensare che sia un’opera d’arte. Bene, ora può esserlo ufficialmente. Se senti il ​​bisogno di inviare una .jpeg del tuo pene a tutta la lista di persone con le quali vorresti fare sesso su Instagram gli daremo il pubblico che merita, fissandolo come un Van Gogh nella dickchain.

Ne abbiamo abbastanza di tutorial che ti dicono come fare un buon pompino o come truccarti per sembrare una pornostar, adesso abbiamo l’unico tutorial davvero necessario: come trasformare la foto di un cazzo in opera d’arte digitale. Esiste un sito, creato da Zoe Scaman, che insegna anche alle/ai boomer come farlo in dieci semplici mosse. Se poi il malcapitato dovesse supplicarti di cancellarlo e dovessi sentirti in colpa come solo una donna afflitta dai dogmi del patriarcato può sentirsi, gli potrai mandare un invito per acquistare il suo stesso pene e rimuoverlo dalla blockchain. Se non lo farà il suo pene esisterà per sempre nel web e tutti potranno vederlo e comprarlo.

“Paga l’Nft, se te lo puoi permettere. Se non te lo puoi permettere… peccato”, si legge nelle note della creatrice. La legalità del progetto di Scaman è in bilico fra empowerment femminile e revenge porn planetario. Se pensi che sia un trattamento ingiusto, probabilmente non sei mai stato dalla parte di chi riceve una dick pic non richiesta: può essere dilettevole, ricreativo, ma anche tedioso, tanto che hanno coniato un termine per dire che è molestia (se non c’è un termine inglese a definirla non è davvero molestia: il cyber-flashing). Nessuno si poteva aspettare che gli Nft venissero usati come una sorta di revenge porn ma nessuno si immaginava nemmeno che dei sex tape audio sarebbero stati venduti come arte digitale – e che arrivassero a costare 69 milioni di dollari. Ora, non serve lamentarsi con argomentazioni da Mra tipo: “Il mio pene non può essere usato da una donna per fare soldi”, bisogna guardare la faccenda in modo pragmatico.

Una cosa interessante da considerare è che ci sono circa 3,75 miliardi di cazzi sul pianeta e se gli uomini smettessero di inviarli diventerebbero merce rara. Il potenziale di capitalizzazione è enorme. L’utente di Reddit Smemseg scrive agli altri membri di r/CryptoCurrency: “Ho fatto alcune analisi e prevedo che le dick pic Nft potrebbero raggiungere 1 milione di dollari nei prossimi 5 anni”. Spesso si inviano foto di peni non propri o screenshottati da qualche porno: bisogna dimostrare e tutelare i diritti d’autore con una seconda foto del pene con vicino un quotidiano con data leggibile. La dick pic indesiderata non è più solo qualcosa di riprovevole, può diventare un pezzo unico ambito da collezionisti con pashmine a pois che ti permetterà di guadagnare milioni di dollari. Un artista ci ha già pensato. Ha realizzato una serie di immagini di peni 8bit pixelati che sono stati inviati come Nft in modo casuale. Non possono essere acquistati direttamente, solo scambiati dopo che ti arrivano senza essere stati richiesti. Alcuni costano anche 120 milioni di dollari. Se ricevessi una di queste opere all’improvviso potresti sentirti confusa, violata, eccitata o estremamente fortunata. Forse questo è l’unico caso in cui tutti potremmo essere felici di ricevere la foto di un pene mentre cuciniamo uno strudel.

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