Ecco la feccia, e subito dopo i giustificazionisti
I deplorables organizzano cortei, fanno del razzismo una ideologia sempre più becera, manifestano contro gli obblighi sanitari. Ma non tutto si può delucidare nella ricerca minuziosa delle cause sociali e materiali di fenomeni di depressione e incarognimento
C’è questa idea in apparenza ragionevole che nella società non esistano i deplorables, la feccia, il deposito incarnato in una sezione di popolo di paure e pregiudizi violenti, intrattabili (il pregiudizio salvifico dei conservatori è ovviamente altra cosa). Se Trump fa appello a votare due volte, e riceve gli applausi dei suoi, dietro la sua mossa e dietro gli applausi ci deve essere un significato diverso da quello che si vede, la manovretta di un filibustiere, una delle tante, per delegittimare elezioni che considera in pericolo per lui, cui corrisponde la credula e farneticante e plaudente adesione di tanti. Il sistema è rigged, è un imbroglio, facciamoci in quattro per demolirlo, viva Trump. Oppure: qualche migliaio di no-Covid manifesta a Berlino o a Roma o altrove: sono un folclore di idee complottiste, un coacervo di demenzialità, rifiutano la realtà delle cose anche la più evidente con il corteggio di alcuni filosofi senza filosofia, si agitano in un mondo mentale pericoloso di inganno e autoinganno, sentono la pulsione eroica per una mascherina strappata, esibiscono il lato più losco dell’idea di libertà (c’è anche quello). Oppure: il Truce sparge fango sul linguaggio e l’immagine della politica, compie le sue piroette da caccia al consenso in spregio totale verso ogni decenza, ingorgato di Nutella o indossando un tuxedo. Oppure: il professore emerito Tal dei Tali augura la morte a Berlusconi, come Asor Rosa si augurava l’intervento dei carabinieri all’epoca dell’apogeo del Cav.
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- Giuliano Ferrara Fondatore
"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.