La pandemia del credito

Maurizio Sgroi

Boom dei flussi di prestiti internazionali

Mentre l’economia collassava, affossata dalla pandemia, i flussi internazionali di credito crescevano come non mai, nel primo trimestre di quest’anno. La crisi sanitaria, mentre congelava l’economia reale, rendeva frizzante quella finanziaria, confermando ancora una volta la leggenda della loro divaricazione. Ma è pura apparenza. La fame di dollari (950 miliardi), in buona parte nella forma di titoli di stato Usa (560 miliardi), proveniva innanzitutto dalle banche non Usa, francesi e giapponesi in testa, e poi canadesi e svizzere, che dovevano comunque procurarsi la materia prima delle loro transazioni mentre i dollari iniziavano a scarseggiare e i picchi di volatilità portavano alle stelle le posizioni in derivati. Detta semplicemente. La pandemia del credito non vuol dire che l’economia stava meglio. Ma che cercava di stare in piedi.