Canale Usigrai Contro il taglio di 150 milioni di euro – su un bilancio di 2,8 miliardi – che Matteo Renzi ha chiesto a Viale Mazzini, l’Usigrai, il sindacato unico dei giornalisti della tv pubblica, è subito scattato come una molla fino a proclamare uno sciopero aziendale. Ottenendo un parere pro veritate da Alessandro Pace, costituzionalista dell’Università di Roma Tre e firmatario di numerosi appelli per con Gustavo Zagrebelsky e altri esponenti benecomunisti. Redazione 03 GIU 2014
Insegnanti C’è quello rassegnato. Il professore allunga l’occhio sconfortato sul vasto atrio dell’Istituto Tecnico. Periferia romana. Annusa l’aria – venti contrari, venti di sempre, mai un refolo a favore. C’è odore di caffè in giro. Pizzette e cornetti. Pizzette con mortadella. Prosciutto e formaggio. “Ancora ’sta mortadella? Volemo pure er chebbabbe, prima o poi! Famose moderni!”. Ecco. Zaino/alunno/smartphone compongono un tutt’uno – creatura aliena, diversi pezzi montati insieme, il piccolo implacabile Frankenstein – un po’ così carino, un po’ così stronzetto – che moltiplicato per trenta e trenta e trenta, trenta per classe per tre classi, ogni giorno occorre fronteggiare. Stefano Di Michele 02 GIU 2014
Cari saluti dalla Finlandia, che litiga sui “francobolli omoerotici” Itella Posti, la società postale finlandese, ha annunciato che emetterà nel prossimo settembre sette nuove serie filateliche. Tra la serie sui giardini finlandesi, quella sui ponti e quella natalizia (renne, elfi, stelline e candeline) ce ne sarà una composta da tre francobolli autoadesivi e ispirata all’immaginario omoerotico per come fu rappresentato dall’illustratore Touko Laaksonen. Famoso, con il nome d’arte Tom of Finland (1920-1991), per aver contribuito in modo decisivo a dare all’iconografia gay maschile la forma orgogliosamente virile che si è andata affermando dagli anni Settanta in poi, in sostituzione dello stereotipo effeminato e languoroso fin lì dominante. Nicoletta Tiliacos 14 MAG 2014
Il vintage dell’utopia Ai nostalgici della Guerra fredda culturale, o anche solo ai ritardatari, restano ben poche occasioni di rivalsa e non è raro che a offrirle sia la diaspora cubana. Meglio quindi non lasciarsi sfuggire “El comunista manifiesto”, l’ultimo libro di Iván de la Nuez, saggista nato all’Avana che da vent’anni vive a Barcellona. La sua premessa – inoppugnabile al lume delle scienze occulte – è che lo spettro del comunismo abbia cominciato ad aggirarsi per l’Europa non già nel 1848 ma solo dopo il 1989, perché è proprio dei fantasmi manifestarsi post mortem. Oltrepassate la tragedia e la farsa saremmo diretti al terzo stadio dell’estetica, dove si va, al galoppo, a saccheggiare le regioni degli sconfitti per riportarne qualche trofeo grazioso. Guido Vitiello 05 MAG 2014
Il potere del passato Quando ritrovò la catenina di sua madre vicino alla porta di casa, Helen capì che era stata uccisa. Era il 1972, a Belfast, mancava poco a Natale, Helen era una ragazzina, aveva nove fratelli e suo padre era morto. Sua madre, Jean McConville, fu portata via dall’Ira davanti ai suoi occhi, dopo due settimane ci fu quel ritrovamento ma ancora oggi non si sa chi la portò via, chi la uccise, chi la seppellì (il corpo fu ritrovato nel 2003), e perché. Fu uno degli episodi più brutali di quei trent’anni drammatici che nell’Irlanda del nord sono noti come “Troubles”. Redazione 03 MAG 2014
Arbitro cornuto Tra Rosetti e Farina Ma perché i vertici dell’Aia non vogliono Roberto Rosetti a capo dei fischietti della prossima serie A? Semplice, perché non hanno ancora mandato giù la sua frettolosa fuga (dorata) a Mosca, mollando i cadetti dopo appena un anno di lavoro. Ora, finita lo scorso Natale l’esperienza moscovita, l’arbitro torinese – che nel 2008 diresse in modo egregio la finale degli Europei tra Germania e Spagna – è pronto a tornare in pista per un posto che conta. di Quarantino Fox Redazione 29 APR 2014
De Mita da Nusco a Nusco E’ l’ultimo della sua specie. Il Supremo Superstite. L’ultimo grande democristiano che ancora attraversi il continente emerso dopo la glaciazione dell’èra del Biancofiore – l’altro è Forlani, che però la penombra quietamente preferisce, e con essa il silenzio e l’invisibilità. Invece Ciriaco c’è. L’ultimo dei democristiani che ebbe tra le mani un potere immenso – che come il Berlusconi fu lodato, come Monti considerato, come Renzi celebrato (e anzi, come Renzi tutto sommò: partito e governo): “A’ Cirì, dicci qualcosa”. Qualsiasi cosa, Cirì – dallo spizzichino alla globalizzazione, illuminaci, Cirì. Luigi Ciriaco De Mita è un superbo mammut (e mammut è detto qui a motivo di stupore, come potrebbe dirsi del bue primigenio, come di uno pterosauro: stupore di bestia non più vista, complessa, dall’elaborato Dna, altro che il modello basico ruminante che ora si aggira), e pure un grande migratore, che il mondo ha girato, e che sul luogo d’origine al tramonto torna: come saggia testuggine che va a depositare le uova nel luogo esatto dove lo stesso suo uovo di schiuse. Stefano Di Michele 28 APR 2014