Perché la morte di Erbakan rinfocolerà gli islamisti turchi Centomila persone hanno occupato ieri le strade di Istanbul per i funerali di Necmettin Erbakan, l’ideologo dell’islamismo turco morto domenica a 84 anni. La folla ha scortato la salma per le strade del quartiere Fatih, uno dei distretti più conservatori della città, e ha scandido a lungo le parole “Allah Akhbar”, Allah è grande. La fine di Erbakan lascia gli islamisti senza un padre, ma può rilanciare le loro istanze sulla scena politica della Turchia. Luigi De Biase 02 MAR 2011
Il rovescio della rivolta Fare previsioni è sempre rischioso o addirittura sciocco. Ma io sono pressoché convinto che, quando le acque si ricalmeranno, com’è inevitabile, nel giro di uno, due o tre mesi risulterà chiaro che gli interessi occidentali e israeliani in medio oriente saranno stati minati, mentre quelli anti occidentali e anti israeliani si saranno rafforzati. Analogamente, apparirà altrettanto chiaro che i regimi che sono per natura e tradizione estremamente brutali e spietati, come quelli dell’Iran, della Siria e forse della Libia, saranno riusciti a superare la tempesta, mentre i regimi più moderati saranno stati rovesciati. di Benny Morris Redazione 24 FEB 2011
Sotto la piazza, l’abisso? / 2 Dalla piazza anti regime alla piazza anti israeliana Le proteste arabe nascono dal malcontento verso regimi che hanno creato nepotismo, corruzione, stagnazione, repressione. Ma in quelle che Bernard Lewis ha definito “rivoluzioni popolari”, non democratiche, chi cercherà di approfittarne sarà l’islamismo, che vuole la leadership del mondo arabo. Leggi l'intervento di Vittorio Emanuele Parsi 24 FEB 2011
Come si comporta un presidente “Non sappiamo che esito avrà la primavera di rivolte in medio oriente, forse non siamo in grado nemmeno di condizionarle in modo decisivo, ma le forze della civilizzazione non sono certo sprovviste di risorse”. Lo dice al Foglio Bill Kristol, il direttore del magazine conservatore americano Weekly Standard. Leggi Reggere al crollo della “quarta sponda” - Leggi Tutti gli articoli del Foglio sulle rivolte in Libia Amy Rosenthal 24 FEB 2011
La primavera della libertà Perché la Freedom Agenda seminata da Bush oggi dà i suoi frutti La primavera di sangue e libertà che incendia il Maghreb e il medio oriente scorre davanti a noi mentre ci domandiamo, con Christian Rocca, “chi nel 2003, ma anche soltanto sei mesi fa, avrebbe detto che fra i paesi arabi e mediorientali oggi il solo Iraq si sarebbe rivelato stabile e passabilmente democratico”. Leggi Contagio e infezione - Leggi La sinistra ha molto trattato con Gheddafi (la differenza sta nei risultati) - Leggi Quando all'Europa piaceva l'intesa Roma-Gheddafi dal blog 2+2 - Leggi Berlusconi mette in guardia sul dopo Gheddafi - Leggi tutti gli articoli del Foglio sulla crisi in Libia Alessandro Giuli 23 FEB 2011
Contro “il secolarismo vile” Al Qaida è defilata, ma ha il modo di dirottare la transizione d’Egitto Tutti aspettano un comunicato di Ayman al Zawahiri, l’egiziano che ha scalato l’organigramma della guerra santa sino ad arrivare a sedersi al fianco di Osama bin Laden. Fonti di intelligence ogni giorno dicono che è questione di ore, la destabilizzazione in Egitto e dintorni è troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. Redazione 16 FEB 2011
Ayman Nour ci spiega la terza via tra regime e stato islamico Nel grande dipinto alle spalle di Ayman Nour ci sono alcuni dei personaggi politici più importanti della storia egiziana, come Saad Zaghloul, padre della lotta contro i britannici e fondatore del partito liberale al Wafd. A casa sua, in completo nero, la camicia slacciata e senza più la cravatta, il capo di al Ghad – il domani, in arabo – spiega che l’Egitto sta dimostrando al mondo arabo l’esistenza di una terza via: tra il dittatore e lo stato islamico c’è dell’altro. “E’ per questo che sono stato in prigione quattro anni”, dice al Foglio. Leggi Per il loro colpo di stato, i generali hanno scelto il modello turco Redazione 11 FEB 2011
La svolta d’Egitto La notizia è arrivata per bocca di un militare, e non poteva essere altrimenti, visto che è dall’inizio della rivolta egiziana che l’esercito gestisce la crisi, parla con il presidente, va dai manifestanti a dire di comportarsi bene, ma poi lascia che si scatenino gli scontri tra chi sostiene Hosni Mubarak e chi lo vuole via dal Cairo il più presto possibile. “Questa sera avrete quel che chiedete”, ha detto, ed è stata subito festa nella piazza centrale del Cairo, con tanti egiziani che ancora non si erano uniti alle manifestazioni e che per l’occasione si sono accodati, hanno iniziato a cantare ed esultare. Redazione 10 FEB 2011
Andamento lento in Egitto Dopo l’euforia del “regime change”, le botte in piazza, i tentativi di dialogo, la ricerca di un leader per l’opposizione, le immagini dei generali per strada che dicono ai ragazzi di comportarsi bene, al quattordicesimo giorno di protesta tutti si chiedono: e adesso dove si va? La Casa Bianca, che prima ha tentennato, poi richiesto con insistenza una resa di Hosni Mubarak, ora invita alla cautela: la transizione deve essere ordinata, e se ci vuole qualche tempo, è bene prenderselo. "Non vogliamo arrivare a settembre e veder fallire le elezioni e avere poi la gente che chiede: ‘Per che cosa abbiamo fatto tutto questo?’", ha detto Hillary Clinton. Leggi Attenzione all’Iran che allunga le mani sulla piazza egiziana Redazione 08 FEB 2011