Le divergenze parallele di America e Israele sullo strike in Iran Mettere a confronto le dichiarazioni degli alti ufficiali di Washington sulla possibilità di uno strike di Israele alle strutture nucleari iraniane è un metodo sicuro per smarrirsi. Affiancarle a quelle delle autorità israeliane per trovare le intersezioni è un esercizio enigmistico prima che strategico; se si mettono in conto poi i messaggi anonimi che per dissenso o abile calcolo vengono messi in circolo dai coté militari e diplomatici di ambo le parti non se ne ricava l’impressione che Stati Uniti e Israele sulla questione iraniana siano, come si dice in America, sulla stessa pagina. 03 MAR 2012
Militari a Damasco Al direttore - In queste ore a Homs Bashar el Assad sta “completando il lavoro” iniziato nel 1982 dal padre Hafez el Assad con il massacro di Hama, quando oltre 10 mila civili vennero uccisi prima con l’uso dell’artiglieria pesante e dei tank, poi sterminati casa per casa. Trent’anni dopo sono ripresi i massacri su larga scala e l’occidente è incapace di agire, bloccato dal veto di Russia e Cina al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. di Gianni Vernetti , Senatore di Alleanza per l’Italia Redazione 22 FEB 2012
La repressione siriana uccide due giornalisti a Homs Due giornalisti sono morti in seguito all’esplosione di una bomba nel centro media allestito dai ribelli siriani nel quartiere di Baba Amr, a Homs. Da giorni i locali di fortuna erano assediati dai lealisti governativi. Secondo l’agenzia Reuters, le vittime sarebbero l’americana Marie Colvin del Sunday Times [ qui il suo reportage da Homs ] e il reporter e fotografo francese Rémi Ochlik . Redazione 22 FEB 2012
Hamas arriva divisa alla campagna di primavera contro Israele Hamas si è divisa in due. La ragione di esistere dell’organizzazione palestinese resta quella di sempre: la distruzione dello stato di Israele e della riconquista di Gerusalemme, ma le due fazioni divergono su come raggiungere l’obiettivo e sulla scelta dello sponsor esterno. Da una parte c’è la leadership di Damasco, impersonata da Khaled Meshaal, che ora ha abbandonato la Siria perché non ci sarebbe potuta stare un giorno di più. 22 FEB 2012
Il giorno del giudizio in Israele Una fredda mattina di fine gennaio, le ambulanze sfrecciano dentro Haifa, il porto più grande d’Israele. C’è appena stato un attacco missilistico con una “bomba sporca”, armata al cesio radioattivo 137. Medici e paramedici decontaminano i superstiti, le autorità informano il pubblico: “L’inimmaginabile” è successo nel cuore dello stato ebraico. L’esercitazione, nota come “Nube oscura”, ha fatto parte del piano dell’Home Front Command per preparare il paese in caso di guerra con l’Iran. Leggi tutte le puntate sulla storia preventiva dello strike di Giulio Meotti 19 FEB 2012
Nella mente dello strike Sta per scoppiare la guerra fra Iran e Israele, bombarderemo i siti iraniani prima del previsto, le sirene ci sveglieranno di prima mattina e il comando interno ci dirà come entrare nei rifugi. Il resto sarà storia”. Così Sever Plocker, vicedirettore del maggiore giornale israeliano, Yedioth Ahronoth, lancia l’allarme sul countdown, il conto alla rovescia verso la resa dei conti fra lo stato ebraico e la Repubblica islamica dell’Iran. Leggi la prima puntata Countdown, storia preventiva dello strike - Leggi la seconda puntata Mañana. La guerra fantasma d’Israele 12 FEB 2012
Mañana. La guerra fantasma d’Israele Nella strada che costeggia il Mediterraneo, a pochi chilometri da Tel Aviv, c’è un insieme di edifici bianco-grigiastri al di là di una fila di eucaliptus. Lì sorge il monumento ai 400 israeliani caduti servendo nei servizi segreti. Alcuni di loro non hanno neppure una tomba in terra ebraica, sepolti senza nome in qualche sperduto camposanto arabo. Come Eli Cohen, lo 007 che garantì la vittoria nel 1967 e che faceva emozionare Yitzhak Rabin quando ne ricordava la figura. Leggi Countdown, storia preventiva dello strike 11 FEB 2012
Lo strike e il cambio di regime Israele può attaccare l’Iran? Sì, secondo Bret Stephens, l’asso degli editorialisti del Wall Street Journal già direttore del Jerusalem Post. Non solo. Bisogna andare oltre l’attacco preventivo e liberarsi non soltanto di Qom e Isfahan, le diaboliche fornaci atomiche dei mullah, ma del regime stesso che è apocalittico e potenzialmente genocida. “La Repubblica islamica vuole distruggere Israele. Se Israele vuole sopravvivere, deve promettere di fare lo stesso”. Redazione 09 FEB 2012
I consigli, le moine e le richieste di Mr Galloway al dittatore-amico Assad Dove c’è un dittatore c’è anche George Galloway. L’istrionico politico britannico, che nel 2003 abbandonò il Labour blairiano in opposizione alla guerra in Iraq (Saddam Hussein era suo amico personale) per fondare un improbabile Partito del rispetto, non riesce a star fuori dalle magagne mediorientali. Vuol mettere il becco quando c’è da violare l’embargo a Gaza, quando c’è da difendere Hamas contro le accuse di terrorismo, soprattutto vuole urlare il suo orgoglio baathista e difendere quella Siria che, “come ho spesso detto, è l’ultimo castello della dignità araba”. 09 FEB 2012
Countdown, storia preventiva dello strike Ad accogliere i visitatori nel quartier generale dell’aviazione israeliana di Tel Aviv è un poster: “Le aquile d’Israele sopra Auschwitz”. Dieci anni fa lo stato ebraico ottenne, suscitando numerose proteste internazionali, di alzare i propri velivoli militari sopra la tomba invisibile di milioni di ebrei. Il poster mostra due caccia F-15, pilotati da nipoti e figli di sopravvissuti alla Shoah, che sorvolano i resti delle camere a gas nel campo di sterminio nazista. “Siamo arrivati troppo tardi per coloro che sono morti qui”, disse Ehud Barak, attuale ministro della Difesa israeliano. 04 FEB 2012