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Tra lista pazza e no

Il voto dei foglianti in versione integrale

Roma. Come di consueto, abbiamo raccolto le dichiarazioni di voto dei Foglianti che, volontariamente, liberamente e allegramente hanno deciso di rendere note le proprie intenzioni per il 13 aprile. Ne è uscito il seguente quadro di serena schizofrenia elettoral-redazionale. In ambito vicedirettoriale, Ubaldo Casotto, sentendosi “intimamente uno”, ha deciso per “un doppio voto disgiunto: Ferrara alla Camera, Berlusconi al Senato. Alemanno sindaco di Roma, Floridi (Pd) per il consiglio comunale”. Un articolatissimo Daniele Bellasio, invece, dà “alla Camera un voto libertario per la lista pazza ‘Aborto? No, grazie’, al Senato un voto rassegnato al Pdl, al Comune di Roma un voto sperimentale per Alemanno (Pdl) e uno combattivo per la Lista Bonino (Staderini), alla Provincia un voto a naso per Zingaretti (Pd) e per la Lista Bonino”. Un garbato humour palermitano impreziosisce la dichiarazione del direttore dell’inserto del sabato, Peppino Sottile, capolista in Sicilia per “Aborto? No grazie”: “Voterò per me stesso alla Camera e per il candidato che non c’è al Senato”. Ottimista Michele Buracchio, direttore generale, che annuncia un “voto in blocco per il Pdl (se non altro perché non aumenta le tasse, si spera)”. Vincino, che già aveva palesato via vignetta un’intermittente intenzione di voto pro-socialista, dice: “Se mi chiama Bobo voto, se lo fa Boselli faccio una pernacchia, se lo fa Grillini sette pernacchie”. All’emerito editorialista di Economia e Finanza, professor Francesco Forte, bastano due parole e una battuta: “Pdl, Pdl. Gli altri non sanno nemmeno l’inglese: ‘Yes we can’ non si traduce ‘si può fare’”. La redazione è più che mai caleidoscopica. Il corrispondente da New York Christian Rocca non nasconde nulla del suo ragionamento, pur riservando una sorpresa finale: “Avrei votato Veltroni, se avesse avuto il coraggio di scaricare non solo i comunisti, ma anche i magistrati e i loro cantori travaglieschi che da quindici anni ribaltano la volontà democratica degli italiani a colpi di avvisi di garanzia. Il Polo, o come si chiama, non è mai stato così impresentabile. Gli altri sono caricature. Resta la lista pazza. Sono contrario all’aborto, ma favorevole alla 194 e alla libertà (vigilata) di scelta. Credo che la battaglia culturale sia buona e giusta e il libro di Adriano Sofri non è riuscito a convincermi del contrario. Non l’avrei portata in Parlamento, ma voterei con entusiasmo Giuliano Ferrara premier. Sono residente all’estero, non potrò farlo”.

Redazione
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