Cancellieri, Letta e le molte palle settimanali (ma guai a rimangiarsele) Contrappasso. Trascorri l’infanzia a fantasticare sulle lame rotanti di Goldrake e ti ritrovi nella maturità a commentare le “balle d’acciaio” di Enrico Letta (intervista del premier all’Irish Times del 7 novembre, giovedì). E’ la politica degli attributi auto-attribuiti e prendiamo nota diligentemente sul taccuino. Il giorno dopo, Enrico legge i giornali che lo canzonano sul riferimento al sotto-metallico e corregge la vicenda metallica: “Sulle note vicende dell’acciaio ho letto profluvi di articoli su cosa avrei voluto dire per una frase che non ho mai detto”. Un incidente di traduzione? Ma in inglese balls are balls, le palle sono palle. Mario Sechi 09 NOV 2013
L'analisi dell'Independent Il soft power logora chi non ce l'ha Come ogni anno il magazine più sfogliato dagli ambiziosi del mondo, Forbes, ha stilato la classifica dei personaggi più potenti . Stavolta in cima alla lista c'è il presidente russo Vladimir Putin. Il suo omologo americano, Barack Obama, ha dovuto accontentarsi del secondo posto in classifica, dopo che nel 2010 era stato già derubato del primato dal premier cinese Hu Jintao. Se esistesse ancora il blocco sovietico, tirare le somme per stabilire chi sia stato il vincitore della Guerra fredda sarebbe un gioco da ragazzi. Michela Maisti 31 OTT 2013
Lampedusa, la visita di Letta e Barroso e l'appello di Napolitano Questa mattina il premier Enrico Letta e il presidente Ue Manuel Barroso, assieme al ministro degli Interni Angelino Alfano e al Commissario Ue agli Affari interni, Cecilia Malmstroem, hanno visitato l'isola di Lampedusa dove meno di una settimana fa è avvenuta la strage che ha visto morire più di 300 immigrati. Nel corso della visita, i politici hanno voluto recarsi al centro di accoglienza dove sono ospitati anche gli immigrati sbarcati la scorsa settimana e sopravvissuti al naufragio per constatare di persona le condizioni di accoglienza. Fino a stamane, per motivi di sicurezza, la visita era in forse, ma sia il premier che il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, hanno insistito per un sopralluogo. Redazione 09 OTT 2013
Justice behind bars. What Napolitano is really saying about Italian economics Marco Valerio Lo Prete 09 OTT 2013
Google street view "snervante e invadente" A proposito di privacy e intrusione delle tecnologia nelle nostre vite, l'ex ministro e politico inglese Jeremy Browne si è lamentato per essere stato fotografato in una strada di Londra, davanti a un hotel, qualche tempo fa dalla Google Car. In teoria le persone immortalate dall'auto di Google dovrebbero essere rese irriconoscibili, ma così non è stato per Browne, chiaramente riconoscibile anche per via della tradizionale Red Box, la valigetta rossa che i ministri del governo inglese usano per portare i loro documenti. "Snervante e invadente", ha detto Browne , al quale hanno subito chiesto cosa stesse andando a fare in quell'hotel. 18 SET 2013
Le idee (vaghe) di Bezos per rilanciare il Post Come noto, il fondatore e proprietario di Amazon, Jeff Bezos, ha acquistato il malandato (economicamente) Washington Post un mese fa (l'affare si chiuderà a fine ottobre, però). 04 SET 2013
Ritratto di Leon Wieseltier, il polemista che sferza le anime belle Un "guerrafondaio umanitario" nell'arena delle idee Quando la New York Review of Books ha piazzato in copertina il titolo “Stay out of Syria!”, con una certa enfasi da punto esclamativo compulsivo, Leon Wieseltier ne ha proposto una parafrasi velenosa: “Ignoriamo l’uccisione di centomila persone e il massacro di bambini e l’uso di armi chimiche e il bombardamento della popolazione civile da parte del suo stesso governo e i milioni di profughi fuori dalla Siria e i milioni di profughi dentro la Siria e la destabilizzazione di Turchia, Libano e Giordania e l’aggressione di Hezbollah e l’ascesa dell’Iran!”. 02 SET 2013
Bonino e le basi della politica estera Prendere una posizione senza prendere nessuna posizione. Non avere una linea e poi fingere di averne una solidissima. Sostenere i diritti umani e fischiettare di fronte alla violazione dei diritti umani. Promuovere la necessaria unità dell’Europa e poi romperne l’unità. Declinare l’atlantismo per una vita e poi fare gli atlantisti con i droni degli altri. Da qualsiasi punto di vista la si voglia osservare, la decisione del governo italiano, e del ministro degli Esteri Emma Bonino, di non intervenire in Siria, di subordinare l’azione militare al sì delle Nazioni Unite, di non mettere a disposizione le proprie basi militari, di rimanere neutrali di fronte alla scelta di agire in Siria per fermare il massacro portato avanti dal presidente Assad non è soltanto un bluff strategico, ma è anche un formidabile suicidio politico. Redazione 29 AGO 2013
Un sublime pettegolo Non è la prima volta che la voce di Orson Welles arriva a noi con ritardo esagerato. Nel 1968 Peter Bogdanovich gli fece una serie di interviste, le prime a Beverly Hills, poi in Messico e in Europa. Aveva intenzione di ricavarne un libro, come François Truffaut con Alfred Hitchcock. I nastri vennero trascritti e dimenticati in uno scatolone. L’intervistato cercava soldi per film che quasi mai riusciva a chiudere, campava facendo l’attore e incassava anticipi promettendo agli editori autobiografie. L’intervistatore ebbe il suo periodo d’oro, all’inizio degli anni 70, con “L’ultimo spettacolo”, “Ma papà ti manda sola?” e “Paper Moon”. Seguiti da tre disastri e dalla tragedia di Dorothy Stratten, ex playmate e sua amante, uccisa dal marito geloso dopo le riprese di “E tutti risero”. Mariarosa Mancuso 22 LUG 2013
“Due attacchi chimici non sono opera di Assad”, dice un ribelle siriano al Cairo Una fonte dell’opposizione siriana che in questo momento è al Cairo dice al Foglio di essere a conoscenza di due casi di attacchi con armi chimiche in Siria di cui l’esercito del governo non è responsabile. “Il primo caso si è verificato a Homs, il 23 dicembre 2012. Il responsabile dell’attacco è un ingegnere chimico siriano che ha lavorato negli Stati Uniti ma che in quel periodo faceva avanti e indietro tra Siria e Turchia, io l’ho sentito nominare come ‘Abu Abdel Rahman Zuheiry’ o anche come ‘Doctor Zuheiry’ – dice la fonte al Foglio – so che ha portato sostanze chimiche con sé dentro la Siria e che per giustificarsi diceva che erano medicinali. 13 LUG 2013