Lo strike di Israele all’Iran piomba nelle fiction, ma c’è un elemento di realtà Israele ha attaccato cinque siti nucleari iraniani, un obiettivo non è stato completamente distrutto, le strutture erano troppo sotto terra, ci vogliono armi più potenti, i bunker-buster giusti, ma soltanto Washington può fornirle a Israele, e il presidente non vuole. “Tocca a me”, dice il vicepresidente, che inizia a far pressioni sul segretario alla Difesa. Intanto la piazza islamica brucia bandiere, israeliane e americane. 13 OTT 2012
“Ma è il governo a decidere” Perché militari e 007 israeliani sono sempre più ostili a Netanyahu La massima di Douglas Mac-Arthur secondo cui “i vecchi soldati non muoiono, semplicemente appassiscono” non vale per Israele. Negli oltre sessant’anni di vita dello stato ebraico centoventi generali sono divenuti ministri e almeno dieci capi di stato maggiore sono entrati in politica. In questo quadro le lotte fra la leadership civile e militare non sono nuove. Ma durante il mandato del premier Benjamin Netanyahu questo scontro ha raggiunto livelli senza precedenti. 26 SET 2012
Le radici dell’odio stanno in Iran Uccidere americani è utile a diversi scopi nella guerra che è stata dichiarata contro di noi (dobbiamo ancora entrare ufficialmente in conflitto con i nostri nemici conosciuti): primo, una guerra è fatta proprio di questo. Ci vogliono morti o sottomessi. Secondo, uccidere aiuta il reclutamento, che era calato dopo la sconfitta dell’Iran, della Siria e di al Qaida in Iraq. Anche il morale era crollato – e le storie che raccontano del diplomatico americano violentato prima di essere giustiziato in Libia nutrono la sete di sangue dei jihadisti, il cui linguaggio e le cui fantasie sono ricchi di tali immagini. Terzo, uccidere aumenta il potere di chi muove i fili dietro le quinte. di Michael Ledeen Leggi Se il film non va a Maometto di Daniele Raineri Redazione 18 SET 2012
Il contagio islamista non si ferma Dall'Afghanistan all'Indonesia, non si placano le proteste nel mondo islamico contro il film amatoriale su Maometto prodotto negli Usa. Intanto il ministro dell'Interno libico ha rimosso dall'incarico i capi della sicurezza a Bengasi a causa dell'attacco al consolato americano in cui è rimasto ucciso l'ambasciatore. Le forze di sicurezza tunisine hanno circondato con più di mille uomini la moschea al-Fatah a Tunisi con l'intento di arrestare il capo salafita Abu Iyadh, ritenuto l'organizzatore delle violenze contro l'ambasciata americana, e i suoi seguaci. Leggi Dov'è l'intelligence? - Leggi Ecco i bersagli dei droni americani dopo l’attacco al Consolato - Leggi Il vero film di un attacco militare di Daniele Raineri - Leggi Oltre all’ambasciatore, gli islamisti vogliono uccidere la libertà d’espressione - Leggi Dalla Libia all’Iran: «Morte all’America» - Leggi La prima fatwa di Giulio Meotti Redazione 17 SET 2012
Le chance di Assad Bashar el Assad è convinto che vincerà la guerra civile contro l’opposizione armata. Ai giornali arabi nel fine settimana sono arrivate le confidenze dei collaboratori più vicini al presidente siriano: “E’ certo che vincerà, che supererà questa crisi nazionale e che resterà al potere”. Quante chance ha? Dal 18 luglio, quindi dal giorno in cui un attentato mai chiarito ha spazzato via i generali e i ministri al vertice del suo apparato di sicurezza, Assad ha intrapreso una spietata campagna di rimonta. 28 AGO 2012
Trappole mediorientali Nella guerra diplomatica sulla Siria brilla l’eterna lotta fra arabi e iraniani La Siria è stata ufficialmente sospesa dall’Organizzazione per la cooperazione islamica, l’Oci. La decisione – su cinquantasette membri ha votato contro solamente l’Iran, che tramite il ministro degli Esteri, Ali Akbar Salehi, ha definito il provvedimento “ingiusto e iniquo” – si è resa “necessaria per fermare immediatamente gli atti di violenza in quel paese”, si legge nel comunicato finale del vertice nella città santa della Mecca, in Arabia Saudita. Leggi Tutte le tappe della guerra civile in Siria 17 AGO 2012
La nomina di un falco accelera lo strike, e Israele calcola i costi La nomina di Avraham Dichter al ministero della Difesa interna d’Israele, appendice del dicastero guidato da Ehud Barak, è l’ennesimo segnale di un’accelerazione nei preparativi per l’eventuale attacco alle installazioni nucleari dell’Iran. Dichter, ex capo dello Shin Bet, il servizio di sicurezza interno, da mesi sostiene la necessità per Israele di “dotarsi di mezzi di attacco militare” contro l’Iran e la stampa israeliana ha interpretato la sua nomina in chiave interventista. Leggi L’ultimatum nucleare d’Israele di Giulio Meotti - Leggi "Così gli ebrei sono diventati un obiettivo del jihad nel mondo". Parla Whine di Manfred Gerstenfeld 15 AGO 2012
L’ultimatum nucleare d’Israele Nel weekend Israele ha acceso il “mobile alerts system test”, l’sms che avvertirà la popolazione in caso di attacco missilistico. Nello stato ebraico si respira la stessa aria che gli Stati Uniti hanno vissuto a ridosso della guerra preventiva contro l’Iraq di Saddam Hussein. Il giornale Yedioth Ahronoth rivela che il premier Benjamin Netanyahu e il ministro della difesa Ehud Barak sarebbero pronti ad attaccare le installazioni nucleari iraniane in autunno, prima delle elezioni presidenziali statunitensi. Leggi "Così gli ebrei sono diventati un obiettivo del jihad nel mondo". Parla Whine di Manfred Gerstenfeld 14 AGO 2012
"Così gli ebrei sono diventati un obiettivo del jihad nel mondo". Parla Whine “A Marzo, Mohammed Merah ha ucciso un insegnante e tre bambini ebrei davanti ad una scuola ebraica a Tolosa, in Francia. A Luglio del 2012, cinque turisti Israeliani ed un cittadino Bulgaro sono morti per mano di un terrorista suicida all’aeroporto di Burgas, in Bulgaria. Questi attacchi ed altri hanno nuovamente portato al centro dell’attenzione il tema del terrorismo contro le comunità ebraiche della diaspora e gli Israeliani all’estero.” Leggi L’ultimatum nucleare d’Israele di Giulio Meotti di Manfred Gerstenfeld Redazione 14 AGO 2012
La sfinge iraniana L’Iran arranca sotto il peso delle sanzioni internazionali. Dall’inizio del 2011, il rial ha perso il sessanta per cento del suo valore rispetto al dollaro. Stanno aumentando i prezzi, anche se le merci fondamentali continuano a essere presenti. L’inflazione sta salendo alle stelle, con il prezzo del latte che è aumentato del cento per cento. Un chilo di manzo costa ventitre dollari. La produzione petrolifera è la più bassa di sempre: negli ultimi sei mesi si è passati da tre milioni e mezzo di barili al giorno agli attuali due milioni e settecentomila. Così, in un paese in cui il petrolio è chiamato “grande dono” (di Allah), si sente ripetere “siamo ricchi ma viviamo da miserabili”. 13 AGO 2012