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Prevenzione al palo

Che fine ha fatto il progetto di Valditara contro la violenza di genere? Un'indagine

Riccardo Carlino

L'iniziativa “Educare alle relazioni” lanciata nel 2023 prende lentamente piede fra le classi. Per ora le risorse stanziate hanno finanziato cortometraggi e percorsi di formazione per docenti, ma per Meloni “non c’è bisogno di appelli: serve una riflessione enorme”

“Al momento le scuole hanno realizzato molti cortometraggi sul contrasto alla violenza sulle donne”, spiega al Foglio Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi. E’ questo il bilancio dell’unico progetto del governo dedicato alla prevenzione della violenza sulle donne nelle scuole, in controtendenza rispetto ai tanti ritocchi al codice penale che, come ha ammesso la premier Giorgia Meloni, non sono sufficienti. L’iniziativa si chiama “Educare alle relazioni” ed è stata lanciata nel novembre 2023 dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara per sensibilizzare gli studenti alla cultura del rispetto, con una dotazione di 15 milioni di euro. Due sono i binari: ore di educazione civica in classe e gruppi di discussione per esplorare “le tematiche legate al rispetto reciproco” e le “conseguenze legali derivanti da comportamenti inappropriati”

 

              

 

Fino al novembre 2024, tuttavia, i presidi interpellati dalla stampa ammettevano di non aver ricevuto nemmeno una circolare a riguardo. Nessuna iniziativa ancora avviata, e quindi nessun monitoraggio per seguire l’utilizzo dei fondi. Il motivo, ha spiegato Valditara a un anno dall’avvio, era legato al fatto che l’adesione al progetto fosse ancora facoltativa. Ma le cose sarebbero dovute cambiare una volta resa obbligatoria. Nel settembre dello stesso anno, il contrasto alla violenza contro le donne è stato inserito nelle nuove Linee guida per l’Educazione civica, come obiettivo di apprendimento da raggiungere a partire dall’anno scolastico 2024/2025. Sulla modalità per farlo, ogni scuola fa da sé. Oltre ai corti, prosegue Giannelli, le risorse per adesso sono servite a finanziare “un piano di formazione dei docenti elaborato dall’Istituto nazionale di documentazione innovazione e ricerca educativa”. Lo stesso che, dice il Mim in una nota dell’8 aprile, si occuperà del monitoraggio delle iniziative.  

Il progetto si muove, anche se da Roma ci si auspica qualcosa di più. “Il tema è molto più grande di noi. Non c’è bisogno di appelli: io ci sono. Serve una riflessione enorme”, ha detto la premier Giorgia Meloni ieri, commentando il femminicidio della 14enne Martina Carbonaro. Meloni ha fatto sapere che invierà una lettera alla commissione bicamerale per l’Infanzia “per chiedere a tutte le forze politiche: lavoriamoci insieme”. Il giorno prima su X ha scritto che, nonostante i provvedimenti approvati finora, “dobbiamo essere consapevoli che le norme non saranno mai sufficienti se non daremo vita a una profonda svolta culturale e sociale”.