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La prima prova

Tanti temi, tanti maturi: per farsi bocciare qui bisogna impegnarsi

Alberto Mattioli

Gli studenti hanno affrontato il primo step dell'esame di maturità 2023. Sette tracce che passano da Quasimodo a Moravia, dall'idea di Nazione all'omaggio a Piero Angela, fino alle più insidiose tracce di attualità

Sette temi? Pare di ricordare che ai miei tempi, quelli del liceo classico gentiliano “in purezza”, Senofonte e Tacito fino alla nausea, non ci fosse tanta scelta. Vero anche che in terza liceo (sì, i primi due anni erano ancora ginnasio) in italiano si arrivava, sì e no, a D’Annunzio, quindi su Quasimodo e Moravia, primi due autori scelti per la maturità 2023, sarebbe stata scena muta e foglio bianco. Quanto al resto, le tracce fanno molto anno primo dell’èra meloniana, a partire da quella sull’idea di Nazione, però con l’accortezza di scegliere Federico Chabod, storico di impeccabili credenziali azioniste e resistenziali, e oltretutto sul conte di Cavour, cosmopolita, liberale (e libertino), uno che l’attuale becerume nazionalsovranista se lo sarebbe bevuto come un bicchierino di vermut. C’è poi Oriana Fallaci, qui inversione Cassandra sulla guerra perenne e la minaccia di escalation nucleare, che con le nostre preoccupazioni per Mad Vlad è attualità pura. Ma l’Oriana è anche un’icona della nuova destra, specie di quella leghista (c’è stato un periodo in cui Salvini la citava più che Bossi la Padania), tanto che il ministro Sangiuliano debuttò trionfalmente chiedendo un’immediata fiction su di lei per estirpare l’egemonia culturaltelevisiva della sinistra, peccato solo che la fiction sulla Fallaci mamma Rai l’avesse già fatta. Chapeau invece ai burosauri ministeriali per l’omaggio a Piero Angela, espressione di un’Italia borghese, pacata, educata, informata, civile, e di quella Rai sì bella e perduta che sapeva divulgare senza sbragare (il figlio Alberto, degno erede, era l’unico ascoltabile senza ribrezzo nell’ignobile diretta dell’Aida dall’Arena di Verona). 

Infine, i due argomenti di attualità. Sono le tracce più insidiose, ovvio, perché il rischio di andare “fuori tema” è elevato, idem quello di trovare il professore che la pensa diversamente. Le avrà scelte chi maneggia meglio la penna, intende iscriversi a Scienze della comunicazione e da grande farà il disoccupato. Divertente quella sull’attesa nell’evo di WhatsApp, un testo di Marco Belpoliti. Devastante quella contro il ministro dell’Istruzione del Draghi I, Patrizio Bianchi (che infatti si è assai risentito), un inedito spoils system del tema dove si chiede ai maturandi attuali di fare le pulci al ministro dei maturati precedenti. In ogni caso, con una percentuale di promossi, nel ’22, del 99,9 per cento con punte del 100 in Molise e Basilicata (i famosi intellettuali della Magna Grecia?), per farsi bocciare bisogna davvero impegnarsi.

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