Vaccino anti Dad

Sergio Belardinelli

Solo con la vaccinazione obbligatoria a scuola eviteremo un altro anno di fiction educativa. Un appello 

Non è facile accettare l’idea che “per sventare il rischio di un altro anno funestato dal confinamento a casa di bambini e ragazzi sia indispensabile una legge che condizioni all’avvenuta vaccinazione l’ammissione al lavoro del personale scolastico e la frequenza delle lezioni agli studenti, con la sola eccezione di coloro per i quali ci siano controindicazioni mediche”, ma ho l’impressione che al momento non ci siano alternative e per questo ho firmato la lettera inviata al presidente Draghi da Giovanni Maria Flick.


La speranza è che non diventi anche questa lettera un pretesto per scatenare una sorta di guerra di religione tra sedicenti amanti e presunti nemici della libertà. Non vorrei farla troppo semplice, ma ricordo che anche quando presi servizio come professore universitario mi fu richiesto un certificato di sana e robusta costituzione, onde evitare che potessi essere portatore di chissà quale malattia contagiosa. A maggior ragione mi sembra che di fronte a una pandemia come quella che ci affligge si possa pensare di rendere obbligatoria la vaccinazione nel mondo della scuola. Un’idea che trovo opportuna e auspicabile, specialmente di fronte al rischio di avere un altro anno di fiction educativa, nonostante gli sforzi encomiabili di tanti insegnanti e famiglie per limitare il più possibile i danni.


Spero ovviamente che qualora il vaccino venisse reso obbligatorio per studenti e  operatori della scuola non abbiano a verificarsi problemi di mancanza di dosi. Sarebbe gravissimo. Quanto infine alla discrepanza che potrebbe verificarsi tra l’obbligatorietà del vaccino e il fatto che si debba firmare il consenso al momento della somministrazione, la considero come il segno di una burocrazia talmente gonfia e inefficiente che non riesce più a stare dietro nemmeno a se stessa. Ma certo che bisognerebbe in qualche modo rimediare. 

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