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È iniziata l'èra Dart, la prima missione di difesa planetaria coordinata dalla Nasa

Per la prima volta un "proiettile terrestre" proverà a colpire un asteroide. Obiettivo: imparare a deviarne l'orbita per evitare impatti futuri con il nostro pianeta

Paolo Galati

La prima missione di difesa planetaria è appena cominciata. Oggi alle 7.23 ora italiana con un vettore Falcon 9 di SpaceX è partita la missione Dart della Nasa. Per la prima volta un “proiettile” terrestre proverà a colpire un asteroide, con un unico scopo per il futuro: deviare di quel tanto l’orbita di asteroidi malintenzionati da evitarne l’impatto.

  

Perché gli asteroidi? Gli asteroidi sono i profili fake di una stella. Asteroide, dal greco "aster" (stella) ed "eidein" (apparire), significa letteralmente “sembrare una stella”. Il primo in assoluto è stato scoperto nel 1801 e in poco più di 200 anni ne sono stati scoperti 200.000, ognuno con la sua particolare forma, massa e dimensione. Le forme che possono assumere sono diverse: noi degli anni Ottanta nati con l’Atari o con il Nintendo ce li possiamo immaginare molto simili a quelli di Asteroids, nella hall of fame tra i videogiochi di sempre. Di asteroidi al di sotto di un metro ce ne sono almeno un miliardo. Ma a parte gli asteroidi con un diametro superiore al chilometro, un migliaio in tutto, non tutti gli asteroidi implicano delle devastazioni catastrofiche. Per esempio, l’asteroide Chicxulub (in Messico), quello che ha causato l’estinzione dei dinosauri, superava di poco i 10 chilometri di diametro e, fortunatamente, di questi ce ne sono pochissimi.

  

Anche perché la terra ha una bellissima e flessibile cover per i piccoli asteroidi: l’atmosfera. Un “guscio trasparente” che protegge la superficie dalla maggior parte degli impatti con sassi e polvere celeste. Quelli che riescono ad oltrepassarla si chiamano meteoriti: un meteorite è quel che resta di un asteroide quando raggiunge la superficie terrestre, stiamo parlando più o meno di 5/6 meteoriti all’anno. Fate tutti gli scongiuri possibili ma gli scienziati hanno calcolato che per i prossimi 860 anni non piomberà nulla di catastrofico dal cielo: infatti modelli e simulazioni della NASA hanno identificato nell’asteroide 1950DA (più di 1 chilometro di diametro) il primo candidato ad avere lo 0,3 per cento di probabilità di colpire la terra ma solo nel 2880.

    

AP Photo/Mark J. Terrill

   

Ma bisogna prepararsi e la miglior difesa è l’attacco. Per questo le agenzie spaziali di tutto il mondo si stanno mobilitando dagli anni Cinquanta. La consapevolezza di avere una potenziale “caduta massi” ha infatti spinto diverse organizzazioni a creare Programmi di identificazione, sorveglianza e monitoraggio asteroidi. E, ad oggi, per tentare di deviare le brutte intenzioni di qualche asteroide la migliore soluzione possibile sembra sia proprio quella di tentare di modificare il suo periodo orbitale.

  

La missione Dart della Nasa si dirigerà verso un piccolo sistema di asteroidi, identificato circa 20 anni fa, composto dall’asteroide Didymos e dalla sua luna Dimorphos: grande poco più di un campo da calcio sarà proprio quest’ultima il bersaglio scelto da Dart. Dovremo aspettare quasi un anno ma sarà uno spettacolo da seguire col fiato sospeso. Infatti a settembre del 2022 quando si troverà a 11 milioni di chilometri da noi (circa 40 volte la distanza terra-luna) e ad una velocità di 24.000 chilometri all'ora la sonda Dart colpirà l’asteroide Dimorphos. E pochi istanti prima dell’impatto ci sarà anche il nostro contributo: LiciaCube (Light italian cubesat for imaging of asteroids), un piccolo cubetto tecnologico made in Italy, si sgancerà dalla sonda madre filmando il primo sinistro astronomico con torto della storia. Infatti per il primo Cid spaziale sarà l’Italia a fare da testimone: dotata di 2 video/foto camere studierà la struttura della nube di detriti generata dall’impatto, dimensioni e morfologia del cratere prodotto e orbitando attorno Dimorphos contribuirà con misure di volume e osservazioni della parte non colpita.

  

L’asteroide è 100 volte più grande della sonda e nella migliore delle ipotesi, in una sorta di reazione a catena, l’impatto con Dimorphos modificherà di poco la sua velocità (1 per cento) ma significativamente il suo periodo orbitale: attualmente Dimorphos compie un giro attorno a Dydimos in 11 ore e 55 minuti e la collisione dovrebbe far avvicinare i due asteroidi di quel tanto da far diminuire il periodo orbitale di un paio di minuti. E così nel 2022 la Nasa avrà un duplice scopo. Bloccare il primo profilo fake di una stella e sparare un proiettile, ma come in un western all’italiana. Quanta nostalgia: che ne sanno i 2000 del gioco Asteroids?

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