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Il Mattarella anti biodinamico è linfa nuova per i ricercatori

Roberto Defez

Il presidente restituisce un barlume di speranza: questo è ancora il paese che crede in Galileo e non negli oroscopi, dove una classe vasta ed eterogenea ha investito sulle competenze e non sulle apparenze, sullo studio e non solo sulle amicizie

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è persona cauta e determinata, ma che non evita di intervenire nei passaggi cruciali della vita del paese scegliendo di indicare una strada, senza invadere campi altrui, senza nascondersi i problemi ed i contrasti, ma senza accontentarsi di soluzioni mediocri o pasticciate. Le poche parole pronunciate sulla legge sull’agricoltura biodinamica, in risposta alla prolusione di Giorgio Parisi, sono molto più di un’opinione su un provvedimento minore, anzi quasi marginale. Si tratta in questo caso di uno dei passaggi discriminanti della vita del paese. Si tratta di scegliere tra scienza e magia, tra credenze esoteriche e dati misurabili, tra ragione ed emotività. Siamo nel pieno della crisi pandemica, ma soprattutto siamo nel pieno di un salto quantico in cui la ricerca scientifica mondiale ha per la prima volta affrontato e contenuto una pandemia sviluppando vaccini efficaci in meno di un anno: non era mai successo. Usciremo dal tunnel senza usare lazzaretti, senza la caccia all’untore, senza affidarsi a riti magici, ma usando le conoscenze scientifiche accumulate dalla ricerca di base. Quella stessa ricerca scientifica fondamentale a cui ha dedicato la sua esistenza Giorgio Parisi che da fisico che sa leggere i numeri e le statistiche non ha esitato un attimo a schierarsi (e schierare l’Accademia dei Lincei) alla guida di una petizione internazionale che cerca di arginare la deriva stregonesca del biodinamico.

   
Poco dopo Parisi sarebbe stato insignito del Nobel per la Fisica, senza mai per questo mai chiudersi nella torre d’avorio, anzi dopo aver posto al centro del ragionamento pubblico il valore del metodo scientifico, l’importanza di non cedere a istanze antiscientifiche, ai no-vax, no-miglioramento genetico, no-5G e terrapiattisti che siedono anche in Parlamento e godono di privilegi inauditi rispetto ai normali cittadini.

    
Qui non si tratta solo di credenze ingenue e avventurose. Sui siti web dell’agricoltura biodinamica si afferma che questa trascenda la chimica e la fisica, che la concezione di un organismo non avviene dopo l’incontro tra uno spermatozoo ed una cellula uovo, ma grazie a mistiche energie cosmiche che sono le vere artefici della gestazione, mesi prima dell’incontro tra partner. Spiegano che per allontanare i topi da un campo coltivato, questi vanno catturati e scuoiati e le pelli bruciate spargendo le ceneri nel campo, che crani di animali allevati o vesciche urinarie di cervi maschi vanno riempiti di vegetali per avere benefici agricoli. Come si può coniugare lo sciamanesimo con la forza dei numeri e dello studio scientifico della pandemia? Come si poteva far sedere (questo proponeva in prospettiva il DDL 988) fianco a fianco in un consiglio di Facoltà un astronomo ed un astrologo? Tante di queste tesi sono state esposte in sede di audizione in Senato nel 2019). Ma poi 199 senatori hanno approvato la legge con una astenuta ed una sola voce contraria, quella della professoressa e senatrice a vita Elena Cattaneo. Le parole del presidente Mattarella restituiscono un barlume di speranza alle decine di migliaia di giovani italiani che hanno dovuto cercare maggior fortuna scientifica migrando all’estero; egli ha detto loro che questo è ancora il paese che crede in Galileo e non negli oroscopi, che esiste una classe vasta ed eterogenea che ha investito sulle competenze e non sulle apparenze, sullo studio e non solo sulle amicizie, una classe di ricercatori sottopagati e mal finanziati, ma che è solida nel riconoscere le prove misurabili e riproducibili come base per discernere tra emozioni, apparenze, inclinazioni, preferenze e probabilità statisticamente significative e valide. Che sono le prove e i fatti a dover guidare le nostre scelte. Quella piccola luce accesa dal Presidente Mattarella è un faro che può guidare i naviganti impegnati a dirigere il paese fuori dalle secche del lockdown, arenati dalla pluridecennale mancata crescita economica e dalla bonaccia di chi non investe nell’innovazione, a meno che questa non sia una nuova favola inventata, invece che solida ricerca scientifica.