cattivi scienziati
Il grafico che spiega perché i vaccini ci stanno salvando la vita
I casi di infezione sintomatica tra i vaccinati sono lontanissimi da quanto ci si aspetterebbe se il vaccino non funzionasse. Si è riusciti a evitare decine di migliaia di casi di malattia sintomatica. I dati dell'Iss
C’è una figura, nell’ultimo bollettino di sorveglianza sull’epidemia di Covid-19 dell’Istituto Superiore di Sanità (16 giugno), che merita di essere riportata e mostrata a tutti. È la figura 23, qui riprodotta, che mostra i casi di infezione con malattia sintomatica riscontrati a partire dall’inizio della campagna vaccinale italiana fra soggetti non vaccinati, vaccinati con una sola dose o vaccinati con due dosi.
È vero che la popolazione dei vaccinati è ancora oggi poco più della metà se si prendono coloro che hanno ricevuto almeno una dose, e meno di un terzo se si prendono quelli che hanno ricevuto due dosi, per cui i casi nei vari gruppi andrebbero scalati di conseguenza: ma certamente si può notare che, tranne forse nella parte iniziale del grafico, i casi di infezione sintomatica tra i vaccinati sono lontanissimi da quanto ci si aspetterebbe se il vaccino non funzionasse.
In particolare, si è riusciti a evitare decine di migliaia di casi di malattia sintomatica; e questi casi, naturalmente, sono stati prevenuti in massima parte nei soggetti vaccinati per primi, cioè negli operatori sanitari e nelle persone più anziane, con la conseguenza che si sono prevenuti anche tantissimi casi di ricovero in terapia intensiva e di morti.
Nessun vaccino è perfetto, e il virus evolve ed evolverà sempre; ma intanto, il prodotto della ricerca vaccinale, dello sforzo logistico e anche del buon senso della maggioranza degli italiani è già oggi una enorme quantità di sofferenze e lutti risparmiati.
Questo risultato è indipendente da quanto succederà in futuro, quando probabilmente dovremo usare nuovi vaccini; intanto, i vaccini che abbiamo fatto hanno funzionato, e chi lo nega è un cialtrone.