Vedere l’invisibile. Tempi felici per la fisica dei buchi neri. Poco più di un anno fa la “foto del secolo”: l’ingegnosa immagine del gigantesco Messier 87 (6,5 miliardi di volte la massa del sole, a 55 milioni di anni luce nell’omonima galassia) ad opera del team internazionale dell’Eht (Event horizon telescope). Ora il Nobel è stato assegnato a Roger Penrose, per la “dimostrazione matematica” dell’esistenza dei buchi neri, e agli astronomi Reinhard Genzel e Andrea Mia Ghez (la quarta donna nella storia a vincere il premio per la Fisica) per le osservazioni su Sagittarius A, il supposto buco nero di famiglia, il coinquilino che alloggia il centro della Via Lattea, a 26.000 anni luce da noi.
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