Così l'Agenzia spaziale europea ci fornirà un meteo più preciso

Il satellite dell'Esa "Aeolus" è in orbita. Obiettivo: studiare i venti della parte alta dell'atmosfera terrestre

Redazione

Il satellite Esa "Aeolus" è in orbita. Con un lancio perfetto, dodicesimo successo di fila per il razzo italiano Vega, costruito dalle industrie Avio di Colleferro alle porte di Roma, la sonda europea è partita dallo Spazioporto di Kourou, in Guyana francese per andare a studiare i venti della parte alta dell'atmosfera terrestre, per la prima volta nella storia con una rivoluzionaria tecnologia laser. Obiettivo: fornire previsioni del tempo molto più accurate. A Kourou a seguire il lancio c'era anche l'astronauta italiana dell'Esa e ufficiale pilota dell'Aeronautica Militare, Samantha Cristoforetti.

    

"Una grande sfida tecnologica, questa tecnologia molto innovativa di misurazione della velocità dei venti - ha detto l'astronauta - un po' un gap che ci manca in termini di dati sia per migliorare le previsioni del tempo che per comprendere meglio il funzionamento del clima e i grossi problemi del cambiamento climatico". Grazie alle sue analisi, Aeolus darà agli scienziati le informazioni necessarie a comprendere come vento, pressione, temperatura ed umidità siano collegati tra loro, fornendo dettagli su come il vento influenza lo scambio di calore e di umidità tra la superficie della Terra e l'atmosfera; aspetti fondamentali per comprendere il cambiamento climatico.

  

Tutto questo grazie al know-how italiano, come ha spiegato a Kourou il presidente dell'Agenzia spaziale italiana (Asi), Roberto Battiston. "L'Italia è molto presente in questa missione - ha aggiunto Battiston - è il dodicesimo lancio di Vega, fantastico lanciatore italiano che non ha mai sbagliato un colpo e ha a bordo dei potenti laser, fondamentali per la misura del vento in atmosfera, prodotto in Italia da Leonardo. Un momento di grande soddisfazione per la tecnologia italiana e la scienza europea nel suo insieme". Cuore del sistema è, appunto, il laser doppler Lidar denominato Aladin, (Atmospheric LAser Doppler INstrument) costruito da Leonardo negli stabilimenti di Campi Bisenzio e Pomezia e composto da tre elementi principali: un trasmettitore LASER, un ricevitore e un telescopio; è il più potente trasmettitore operante nella banda ultravioletta (Uv) mai costruito per un'applicazione spaziale.

   

Aladin emette un fascio laser di 7 mm che viene riflesso da un bersaglio e ne restituisce una eco con informazioni sulla distanza e sulla velocità del bersaglio colpito: in questo caso polveri e gocce di acqua presenti negli strati alti dell'atmosfera, permettendo così di determinare la velocità del vento che le trascina. È una vera rivoluzione nella misura dei venti in quota, responsabili della circolazione atmosferica globale e quindi dei modelli alla base delle previsioni del tempo, perché si riusciranno a misurare strati dell'atmosfera dove nessun pallone sonda può arrivare a fare misure dirette.

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