La procura di Trani

Vaccinarsi dal paradigma Trani

Redazione
La procura di Trani “ha stabilito” che non c’è correlazione tra vaccino e autismo. Il mix di azione penale obbligatoria e pm fantasisti è un metodo.

Dopo due anni di indagini per “lesioni colpose gravissime”, controlli “a tappeto” nelle case farmaceutiche, ipotesi di indennizzo collegate “probabilisticamente” alle vaccinazioni trivalenti, la procura di Trani “ha stabilito” che non c’è correlazione tra vaccino e autismo. Sensazionale: i pm aspirano così al Nobel per la medicina? Potevano evitare. Avrebbero risparmiato tempo, soldi pubblici e false illusioni (producendo però vere illazioni) se avessero preso sul serio gli scienziati di tutto il mondo e il polverone creato nel 1998 da uno studio fasullo pubblicato sulla rivista Lancet del medico inglese Andrew Wakefield, radiato dalla professione e pagato profumatamente da un avvocato di class action. Ma i magistrati italiani che si autoproclamano d’assalto ne sanno una più del diavolo, e Trani ha indagato la Deutsche Bank per complotto contro l’Italia, Banca d’Italia, Consob e banchieri vari per faccende di derivati, le agenzie di rating per declassamento indebito e “attacco all’Europa”, Silvio Berlusconi per il Tranigate (il Cav. “voleva chiudere ‘Annozero’”).

 

L’ironia facile sulla procura di provincia però non porta a nulla se non si va alle cause: il mix tra azione penale obbligatoria e discrezionalità dei pm, pervicacemente difeso dalle toghe e dal loro sindacato. E alimentato da tipologie di reato vecchie e nuove come concorso esterno in associazione mafiosa, delitto contro l’ambiente, concussione per induzione. Trani non è un caso singolo: ci sono stati i De Magistris, i vallettopoli, i savoiagate, i vipgate, gli Ingroia, i pm di Palermo, il bluff della “Trattativa”. Vedere soltanto Trani vuol dire non vedere le “travi” nell’occhio del sistema giudiziario.

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