(foto Ansa)

I dati del monitoraggio

Covid, ancora in crescita incidenza e ricoveri. Cinque regioni rischiano a Natale

Redazione

Rispetto alla scorsa settimana i casi ogni 100mila abitanti passano da 155 a 176. L'Rt cala a 1,18 (da 1,20), sempre oltre la soglia epidemica. Veneto, Lombardia e Marche potrebbero presto cambiare colore

Rispetto al monitoraggio della scorsa settimana, quello rilasciato oggi dall'Istituto superiore di sanità registra un lieve calo dell'indice di trasmissibilità Rt (calcolato sui casi sintomatici), che passa dall'1,20 all'1,18. Ma al contempo evidenzia un peggioramento della situazione per quel che riguarda l'incidenza dei contagi: nell'intervallo tra il 26 novembre e il 2 dicembre era stata di 155 casi ogni 100mila abitanti, mentre oggi si attesta a 176 casi sempre su 100mila abitanti. Un dato che riflette l'avanzamento del quadro epidemiologico a livello nazionale, sebbene ci siano delle differenze tra le diverse regioni. 

 

 

Analizzando l'occupazione di reparti ordinari e di terapia intensiva, infatti, il monitoraggio della cabina di regia osserva come "20 regioni o province autonome risultano classificate a rischio moderato. Tra queste, cinque sono ad alta probabilità di progressione a rischio alto". È il caso, ad esempio, della Calabria, che ha l'11,8 per cento delle terapie intensive e il 16,8 per cento dei posti in area medica già occupati e, come anticipato dallo stesso presidente di regione Roberto Occhiuto, da lunedì passerà in zona gialla, andando ad aggiungersi a Friuli-Venezia Giulia e provincia autonoma di Bolzano che sono già in questa fascia di rischio. L'unica regione ad osservare un rischio basso a livello nazionale è invece il Molise.

Più nel dettaglio, il documento aggiunge che l'occupazione dei reparti intensivi è giunta all'8,5 per cento a livello nazionale, contro il 7,3 per cento registrato la scorsa settimana. Mentre nei reparti ordinari la crescita, sempre nello stesso intervallo temporale, si è mossa dal 9,1 per cento di 7 giorni fa al 10,6 per cento di oggi. Ulteriori criticità rilevate nella ricostruzione delle catene del contagio, visto il verificarsi di un forte incremento di casi di cui non è stato possibile ricostruire la derivazione (in una settimana si è passati da 30.966 a 37.278 unità). 

  

Quali altre regioni rischiano la zona gialla?

La scarsa circolazione per ora della variante Omicron nel nostro paese, così come l'alto numero di vaccinazioni e l'utilizzo del super green pass, fanno sì che per nessun'altra regione oltre alla Calabria ci siano restrizioni a partire dalla prossima settimana. Discorso diverso, però, dalla settimana ancora successiva. E qui il peggioramento degli indici fa convergere verso tre regioni in particolare: Veneto, Lombardia e Marche. "Sarà un Natale in giallo", aveva del resto dichiarato qualche giorno fa il presidente della regione del nord-est Luca Zaia. "La curva pandemica ha rallentato la sua corsa ma comunque è stabilmente alta e un dato importante rispetto alla settimana scorsa è l'aumento di ricoveri ospedalieri, soprattutto in area medica, con una saturazione passata da una stabilità che ci teneva intorno al 5-6-7%, al 10,5-11%", è stata la disamina del presidente delle Marche Francesco Acquaroli. Mentre per quanto riguarda la Lombardia, negli ultimi giorni è aumentata da parte della struttura regionale la disponibilità di posti letti. Proprio al preciso scopo di scongiurare l'ingresso in zona gialla.

  

L'Alto Adige va verso l'arancione?

Per entrare nel secondo scenario di rischio, la provincia autonoma di Bolzano dovrebbe oltrepassare, oltre all'incidenza di 150 casi ogni 100mila abitanti, anche il 20 per cento dell'occupazione delle terapie intensive e il 30 per cento dell'affollamento dei reparti ordinari. Attualmente i dure parametri si trovano, rispettivamente, al 15 e al 20 per cento, entro un discreto margine di sicurezza

 

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