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la destra s'è desta?
Complice Atreju, i silenti Fratelli laziali puntano al 2027 al grido di “ambiente e sicurezza”
Sotto l’angelo di Castel Sant’Angelo, FdI prova a scrollarsi di dosso sconfitte e malumori: sicurezza, giustizia e identità per ricompattare una base in cerca di slancio
La cornice si presta, sotto l’arcangelo Gabriele che rinfodera l’arma, nei giardini di Castel Sant’Angelo: sono i giorni di Atreju, festa meloniana, e la destra laziale s’è desta, nel senso che, accanto al gigantesco albero di Natale tricolore-led, è andata in scena ieri la prova generale di risveglio (in vista delle tornate elettorali del 2026 e del 2027?) di un apparentemente sopito dibattere attorno e accanto alla giunta regionale guidata da Francesco Rocca. Ambizioso fin dal titolo era l’evento che citava “due obiettivi da centrare” nella provincia di Roma: “Ambiente e sicurezza”. Di varia provenienza geografica, ma di medesima matrice politica gli ospiti: Marco Silvestroni (senatore e presidente di FdI della provincia di Roma), Alessandro Palombi (deputato e sindaco di Palombara Sabina), Andrea Volpi (deputato e sindaco del comune di Lanuvio), Angelo Rossi (deputato FdI), Giorgio Salvitti (senatore FdI), oltre ai consiglieri regionali di FdI Marco Bertucci, Flavio Cera, Micol Grasselli), Emanuela Mari, Edy Palazzi, Marika Rotondi. Curiosa la tempistica: poco prima del dibattito, sempre ad Atreju, ma dal centrosinistra, il sindaco di Napoli e presidente Anci Gaetano Manfredi aveva infatti messo l’accento proprio sul tema sicurezza, “trascurato” dalla sua parte politica. “La sicurezza è un bene comune”, diceva Manfredi, “chiunque esca per strada, chiunque abbia figli vuole essere sicuro”. Ed ecco che gli esponenti della maggioranza in Regione Lazio si cimentavano con lo storico cavallo di battaglia del partito (e di quello alleato, la Lega di Matteo Salvini, che su Roma aveva invano sperato l’ampliamento); ed ecco che spaziavano pure sulla riforma della giustizia. Dai toni, dai modi, dall’entusiasmo delle truppe che sui social annunciavano l’evento ad Atreju, sembravano lontani i giorni del 2024 in cui la destra si era svegliata, proprio nel Lazio, con la sconfitta in due comuni storicamente fedeli a FdI (e prima ad An): Anzio e Nettuno, persi rispettivamente dopo ventisei e undici anni. La riscossa sognata parte dalle piccole cose, par di capire. Chissà. Certo si intravede il tentativo di infondere entusiasmo presso i più demoralizzati della destra laziale e della giunta Rocca, che, a inizio 2025, si erano trovati immobilizzati sulla questione del riequilibrio di poteri tra la Lega, in calo, e Forza Italia, in crescita. L’arcangelo insomma non fatto miracoli per i Fratelli laziali, ma forse si è messo al lavoro.