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Roma Capoccia

L'economia del Lazio corre. Ma sull'innovazione c'è ancora da fare

Riccardo Carlino

Buoni risultati su export, occupazione e costruzioni, ma i pochi brevetti allontanano la regione dai risultati nazionali. I numeri di Bankitalia

L’economia del Lazio è in salute. E’ quanto emerge dal Rapporto annuale presentato ieri da Banca d’Italia, secondo cui nel 2024 la regione è cresciuta dello 0,9 per cento, molto più del 2023 (0,5) e dell’intero paese (0,7). A trainare i risultati è la domanda estera di beni e servizi. Dopo il calo del 2023, le esportazioni di beni del Lazio sono infatti tornate a crescere (+8,5 per cento in termini nominali), specialmente nel comparto farmaceutico, le cui vendite all’estero hanno superato i 14 miliardi di euro: poco meno della metà delle esportazioni regionali e circa un quarto di quelle del settore a livello nazionale. Le prime destinazioni sono Belgio e Paesi Bassi, mentre fuori dall’Ue gli Stati Uniti sono il principale mercato di sbocco. Riferendosi al 2024, i dati sono ancora esenti dall’incertezza provocata dai dazi minacciati da Donald Trump sulle importazioni di farmaci esteri. 

 

          

Sorprende poi che il settore delle costruzioni registri ancora crescite nonostante lo spegnimento del Superbonus. Il calo si è sentito, ma è stato compensato dalla spesa per opere pubbliche degli enti territoriali, arrivata a 1,3 miliardi anche grazie al Pnrr. Nel complesso, a fine maggio 2025 erano stati assegnati al Lazio dal Piano europeo ben 13,3 miliardi euro (il 9,3 per cento del totale nazionale) di cui oltre 5 per la fornitura di beni e servizi e per la realizzazione di opere pubbliche. Eppure, nota il report, “la metà dei cantieri previsti risultava ancora non avviata, in misura superiore alla media nazionale”. Guardando ai bilanci degli enti territoriali laziali, la spesa in conto capitale (quindi per gli investimenti) è aumentata di circa il 40 per cento, molto di più che nel resto del paese. Due i fattori principali per le spese dei comuni: le opere pubbliche previste da Pnrr e Giubileo 2025

Dai cantieri al mercato del lavoro. Nell’ultimo anno l’occupazione è cresciuta dell’1,7 per cento, soprattutto nella componente degli autonomi. La parte del leone la fanno i cittadini di almeno 50 anni, a fronte di un calo tra i giovani 15-34 anni. Nel complesso, il tasso di occupazione è salito al 64,0 per cento (rimanendo quasi due punti percentuali sopra la media nazionale), mentre quello di disoccupazione è sceso dal 7,2 al 6,3 per cento. 

Questi dati si riflettono anche sul potere d’acquisto. Palazzo Koch segna un incremento (in termini reali) dell’1,4 per cento del reddito disponibile: 0,2 punti in più del livello nazionale. Di conseguenza, i redditi nel Lazio sono riusciti a recuperare circa i due terzi della riduzione registrata due anni prima, mentre i debiti delle famiglie, in rapporto al reddito, sono diminuiti di oltre un punto (56,4 per cento), pur rimanendo ancora superiori alla media nazionale di quasi 9 punti. 

Di fronte alle note positive nell’ultimo anno, l’economia del Lazio è ancora lontana da recupero di quanto perso negli ultimi decenni. Nel 2023 – ultimo anno per cui sono disponibili i dati di contabilità territoriale – il valore aggiunto risultava ancora inferiore di 2,4 punti percentuali rispetto al massimo storico registrato nel 2007. Su scala nazionale, tale livello era stato già ripristinato nel 2022. Alla base di questo gap il report evidenzia “uno svantaggio con riferimento alla qualità del contesto istituzionale e all’attività innovativa”, molto più debole rispetto al resto del paese, come si evince dal ridotto numero domande di brevetti depositate negli ultimi vent’anni dai residenti, particolarmente inferiore rispetto alla media nazionale.
 

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