Roma capoccia
Pur senza Sinner e i grandi, gli Internazionali tanto male non sono
Errani, Paolini, Bolelli e Vavassori hanno infiammato gli spettatori che hanno fatto segnare numeri record: 350.000 spettatori e un incasso pari a 28 milioni
È costata un paio di milioni di euro in meno l’assenza agli Internazionali di Roma di Jannik Sinner. Se nelle settimane in prossimità del torneo, che terminerà domenica, si era scatenata una caccia al biglietto, con conseguente lievitazione dei prezzi, con il forfait del tennista altoatesino c’è stata una prevedibile frenata. Questo doveva essere il torneo di Sinner, i primi Internazionali con un italiano sulle vette più alte del ranking, un evento colossale che non si vedeva dai tempi di Adriano Panatta, e invece niente: dopo l’uscita agli ottavi nel 2023 e l’assenza di quest’anno, bisognerà attendere il 2025 per una consacrazione di Jannik pure a Roma. Dove lui non ha mai brillato perché, si sa, la terra non è la sua superficie preferita. Il forfait di Sinner, però, a cascata s’è portato dietro quello degli altri: Carlos Alcaraz ha dato buca ancora prima di cominciare, lo stesso ha fatto Matteo Berrettini, poi è stato eliminato Rafa Nadal, stessa sorte è toccata Novak Djokovic, mentre due giorni fa è uscito pure il vincitore dell’anno scorso, il russo Medvedev.
Quasi una maledizione per Roma, con Djokovic che viene colpito accidentalmente da una borraccia caduta dallo zaino di uno spettatore e poi esce al turno successivo. Mentre Berrettini, reduce da una tonsillite, preferisce lasciare piuttosto che perdere da uno sconosciuto, a casa sua, davanti al suo pubblico. Mentre Sinner non s’è fatto tanti problemi: ha male all’anca, si sta curando, cercherà di essere a Parigi ma non è detto. Potrebbe però diventare numero uno del mondo pure senza giocare al Roland Garros, specie dopo l’eliminazione, qui, di Medvedev. Ma forse, è il ragionamento che molti fanno al Foro Italico, se lui e Alcaraz, giovanissimi, arrivano a maggio così sfiancati, significa che nel calendario qualcosa non funziona: si gioca troppo. E forse Jannik per Roma si sarebbe potuto risparmiare, magari saltando Madrid dopo Montecarlo. Nonostante l’ecatombe di big, qualche match interessante s’è visto. Come il cammino delle due coppie azzurre di doppio, che hanno infiammato il Pietrangeli: Sara Errani e Jasmine Paolini e Simone Bolelli e Andrea Vavassori. O i match del tedesco Alexander Sverev, quelli del greco Stefanos Tsitsipas (favorito per la vittoria finale), o della numero uno donne, la polacca Iga Swiatek. Lo spettacolo c’è, anche se manca l’allure dei grandi e l’elettricità delle sfide al top. E in questo quadro un po’ desolante ci mancava pure l’amara vicenda della “scomparsa” di Camila Giorgi in fuga dal fisco.
I numeri, però, aumentano: l’edizione 2024 si concluderà con 350 mila spettatori e un incasso intorno ai 28 milioni (294 mila per 22,5 milioni nel 2023), con fatturato tra i 70 e gli 80 milioni e un impatto economico di 600 milioni. Numeri importanti per un Master 1000 che per capienza è sotto gli altri tornei pari grado. Il Centrale, per esempio, ha 10 mila posti, ma dovrebbe averne almeno 1.500 in più, con la copertura slittata al 2026. Ma la notizia è che l’anno prossimo il Grand Stand (6 mila posti) non ci sarà più, sostituito da un altro campo vicino alle piscine. Il Grand verrà “trasferito” a Caivano, nell’ambito del progetto della riqualificazione del centro sportivo della cittadina campana. “Illumina Caivano” è il progetto fortemente voluto da Giorgia Meloni, che sul pezzo ha messo proprio Sport e Salute, che dall’anno scorso ha visto il cambio di governance, con Diego Nepi ad e Marco Mezzaroma presidente, mentre come consulente marketing è molto attivo Giuseppe De Mita, figlio più giovane di Ciriaco. La sterzata “meloniana” al Foro Italico si percepisce a occhio nudo, con una grande struttura dedicata alla “sovranità alimentare” voluta dal ministro Francesco Lollobrigida. Mentre new entry davanti alle piscine è un grande Eataly. La conferenza stampa di presentazione si è tenuta, incredibile dictu, all’interno del Colosseo. Ancora vacante, però, il ruolo di direttore comunicazione lasciato libero da Goffredo De Marchis (ex Repubblica). Si sussurra che lì potrebbe finire in un prossimo futuro la portavoce della premier, Giovanna Ianniello. Chissà.
Roma Capoccia - Odo romani far festa