Roma capoccia

Mangiare cinese a Roma, ma dove?

Gianluca Roselli

Sonia (col suo locale Hang Zhou) regnava incontrastata, oggi cede un po’ il passo alle novità che si sono imposte negli ultimi anni

 Libertà, prosperità e risveglio. Ma anche protezione. Sono tra le caratteristiche più positive del calendario cinese quelle dell’anno Drago: il capodanno si è celebrato sabato 10 febbraio, ma i festeggiamenti andranno avanti per due settimane. Sabato 17 e domenica 18 la zona di piazza Vittorio e i suoi giardini saranno teatro di diversi eventi: sfilate di carri, esibizioni, danze. Il capodanno ci dà l’occasione per parlare della ristorazione cinese in città. I romani amano moltissimo la cucina cinese, ormai ben radicata nelle abitudini metropolitane, trasversale per età, gusti e condizioni economiche. Se fino a una decina d’anni fa col suo sorriso, il caschetto nero, le immagini di Mao e le foto coi vip, Sonia (col suo locale Hang Zhou) regnava incontrastata, oggi cede un po’ il passo: ha sempre un buono standard e il luogo è piacevolissimo, ma tante sono le novità che si sono imposte negli ultimi anni.


Alla ribalta, per esempio, è salito Dao: moderno e chic, il ristorante di Jianguo Shu non è più solo il punto di riferimento di Roma Nord-Montesacro, ma ci vengono da tutta la città, unico a vantare i 3 mappamondi del Gambero Rosso. Raffinatissimo, ma assai più raccolto, è Oolong, è il locale di Yan Jiang che, dopo aver portato al successo Green T (che esiste ancora, dietro il Pantheon), si è spostata in San Paolo alla Regola, sempre in pieno centro, seguita da molti clienti. In via Valadier, dove un tempo c’era il notissimo Ruji, ora il livello e i prezzi sono saliti con Song e il suo chef Lin Sang Chu, specializzato nella cucina tradizionale di Hong Kong. Altro indirizzo consolidato in città è Lin, dietro Regina Margherita, con piatti assai curati della Cina Sud Orientale. Un posto che ci piace molto poi è Zaho, sulla circonvallazione trionfale: c’è da poco ma è il proseguimento di un locale ha fatto scuola, il Padiglione delle Cicogne, a Valle Aurelia. Un indirizzo che invece non conosciamo ma di cui si parla un gran bene è Er Yue, al Tuscolano: con una location essenziale e un legno chiaro vagamente scandinavo, si definisce “tradizionale e moderno”. Di gran successo, in zona Marconi, è Dumpling Bar, specializzato in ravioli cinesi, che potete gustare qui ma pure portarli a casa, anche se dovrete cuocerli vuoi (è facile). Infine, tornando all’Esquilino, c’è De Zhuang, l’unico luogo in città dove assaggiare l’hot pot, una sorta di zuppa messa al centro della tavola dove si pesca tutti insieme, con diversi gradi di piccantezza. Alcuni di questi locali per tutto il periodo del capodanno propongono menù speciali.
 

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