Roma Capoccia

L'As Roma giocherà con "Riad" sulla maglietta. Beffa in vista del voto su Expo

Gianluca De Rosa

Lo scherzetto di Mohammed Bin Salman alla capitale: la squadra più tifata della città giocherà con il nome della sua più temibile avversaria per la corsa all'esposizione universale. Il sindaco Roberto Gualtieri: "Allora ci temono seriamente"

In Campidoglio sin dalla prima mattinata circolava un certo nervosismo. Un articolo di Repubblica aveva anticipato quella che da lì a poche ore sarebbe diventata una notizia con tutti i crismi dell’ufficialità. L’As Roma giocherà con su scritto sulle magliette “Ryiad Season”, nome di un evento che si svolge nella capitale saudita dal 2019. Fino al comunicato della società, arrivato nel primo pomeriggio, si provava a ridimensionare. “Non c’è nessuna conferma”, dicevano da palazzo Senatorio. Anche il club giallorosso cercava di ridurre l’enfasi sulla notizia con veline informali alle agenzie di stampa: un accordo c’è, ma con una società, una cosa puramente commerciale, non con il regno saudita.

Tutto vero, peccato che la società, Ryiad Season, porti dentro al suo nome quello della capitale saudita avversaria di Roma nella sfida per ospitare l’Expo del 2030. L’effetto, è anche inutile dirlo, è davvero beffardo. E la beffa raddoppia se si pensa che uno dei criteri con i quali i membri del Bureau international des expositions sceglieranno il vincitore il prossimo novembre a Parigi è quello della promozione interna dell’evento. Insomma, di come Roma fa conoscere ai romani l’Expo. Non benissimo si direbbe. Sulle maglie della squadra più tifata della capitale non ci sarà, come chiedeva ieri in piena polemica l’ex sindaca grillina Virginia Raggi, il logo della candidatura della capitale  all’esposizione universale, ma il nome della sua più temibile avversaria. Una situazione troppo incresciosa per rimanere in silenzio. Così alla fine il Campidoglio ha fatto filtrare la propria irritazione. Lo stupore del sindaco Roberto Gualtieri che, poi, interpellato dai cronisti a margine di un evento, spiegava: “Questa vicenda dimostra l’immensa capacità di spesa dei sauditi, ma dimostra anche che ci temono seriamente… siamo Davide contro Golia, ma ci batteremo fino alla fine”. Di certo in concreto sulla scelta di una società privata e della sua proprietà americana il Campidoglio non può mettere bocca, anche se azienda e comune lavorano insieme a un importante progetto: il futuro stadio della Roma. Ritorsioni, dunque? Assolutamente no. Come spiega al Foglio l’assessore Maurizio Veloccia : “Questa scelta non avrà effetti diretti sullo stadio”.

La candidatura di Roma già subiva la forza economica saudita. Mohammed Bin Salman ha  investito 7,8 miliardi per finanziare la candidatura e il regno del golfo sostiene da tempo di aver già i 120 voti necessari per vincere al primo turno. Negli scorsi giorni Dagospia ha pubblicato una notizia, non confermata, che parlava addirittura di una promessa saudita al governo italiano di 25 miliardi, una finanziaria, in cambio del ritiro della candidatura di Roma. Voci, forse infondate, ma che dimostrano l’attivismo di Riad per vincere l’Expo. Sempre ieri sera intanto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani commentava con parole laconiche la vicenda: “E’ una scelta della proprietà della società”. 

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