Roma Capoccia

A spasso per Roma con gli ispettori dell'Expo

Gianluca De Rosa

Visite istituzionali, pranzi, giri in mongolfiera e musei. La fitta agenda per convincere i delegati del Bie che la capitale è la scelta giusta ed evitare che caschino in un buca 

A un certo punto sembra che uno dei quattro abbia sbottato: “E  però sarebbe bello avere anche un attimo di tregua…”. “L’Italia è una democrazia”, ripetono presidenti, direttori, uffici stampa e tutto l’ambaradan che ruota intorno alla candidatura di Roma all’Expo del 2030 per sottolineare le differenze nel potere economico, ma anche nella forza organizzativa, rispetto all’avversaria saudita, la Riad di Mohammad Bin Salman. E così per evitare che gli ispettori del Bureau international des expositions arrivati lunedì a Roma inciampino in una buca o decidano, per spirito di avventura, di andare a vedere queste tanto raccontate metropolitane capitoline è stata scelta una tecnica di marcatura democraticamente stretta: un’agenda fittissima. Due van Mercedes neri, accompagnati da otto moto della polizia locale e due auto della polizia di Stato per girare come trottole tra musei, incontri istituzionali, tavoli tecnici, parchi archeologici, cene mondane, set cinematografici, pranzi istituzionali, spettacoli di droni, giri in mongolfiera…chi più ne ha più ne metta per evitare che a un ispettore venisse in mente di fare qualcosa da solo. Una marcia tutta d’un fiato, e a rischio apnea, nella bellezza accecante di Roma offerta ad Albina Assis Africano, ex ministra del Petrolio in Angola, Rolando Ruiz Rosas, ex ambasciatore peruviano a Parigini, Per Sjönell, già vicedirettore della cancelleria del ministero degli Esteri svedese e l’alto funzionario kazako Murager Sauranbayev,  i quattro diplomatici che il Bie ha spedito insieme al segretario generale, il greco Dimitri Kerkentzes, per valutare la candidatura della capitale. Con loro, felpato e onnipresente come un’ombra, c’è sempre il presidente del comitato promotore, l’ambasciatore ed ex capo del Dis Giampiero Massolo.

 

“Stanze spaziali”, dicono, all’Hassler di Trinità dei monti – “Richieste strane? Solo di connettere lo smartphone con l’apple pencil”, raccontano le hostess inviate dal comitato per ascoltare i bisogni degli ospiti – e un quartier generale ai Mercati di Traiano per gli incontri di lavoro. “Altro che deserto arabo, sono rimasti estasiati”, assicurano dal Campidoglio che insieme al comitato promotore è l’altro centro propulsore di questa intensissima settimana. Solo martedì pomeriggio, poco prima della cena a palazzo Altemps con alte sfere amministrative e politici (non può mancare Peppe Provenzano, neo fierissimo responsabile degli esteri della segreteria del Pd di Schlein) agli ispettori viene lasciata un po’ di tregua. Succede dunque che Per Sjönell, il delegato svedese, ancora vestito di tutto punto, senza ombrello e impermeabile, nonostante la pioggia, esca all’improvviso. Un affaccio rapido su piazza di Spagna dribblando i turisti e poi di corsa giù per via Sistina. Dove andrà? Da via del Tritone svolta su via del Boccaccio, passa, ignaro, accanto allo scooter rosso di Carlo Calenda e al palazzo crivellato di colpi che ricordano l’attentato di via Rasella e che in Italia, a quasi 80 anni dai fatti genera ancora polemiche. Non sazio dei giri in van andrà alla Fontana di Trevi? Macchè. Si ferma alla Coop del via del Traforo. Parmigiano, caciotta, sotto olii e pasta, souvenir culinari dall’Italia. Attimi di tregua.


Per il resto d’altronde già da martedì mattina  si procede senza sosta. Visita in Campidoglio con il sindaco, musei capitolini, poi in terrazza Cafarelli per un pranzo con, ospite a sorpresa, l’attore Pierfrancesco Favino (“lo conoscevano, lo conoscevano”, assicurano) al tavolo con i delegati, Gualtieri e Massolo. “Ha parlato loro delle produzioni cinematografiche qui in città”, racconta il presidente del comitato. E quelle stesse produzioni gli vengono raccontate ieri pomeriggio quando dopo una mattinata di lavori ai mercati di Traiano per parlare di infrastrutture con il ministro Matteo Salvini – di ottimo umore per la vittoria del Milan in Champions League – e l’amministratrice di Roma servizi per la mobilità Anna Donati (“Ho mostrato loro i progetti su metro C, tramvie, altri progetti già in parte finanziati, non dico di più perché questa è una cosa di cui si occupano le alter sfere”) i delegati in poco tempo visitano Appia antica, parco degli Acquedotti e, soprattutto, gli studi di Cinecittà. Con loro oltre all’ad Nicola Maccanico, arriva a sorpresa anche il ministro Gennaro Sangiuliano. Grande pranzo, se quella vera non era sufficiente, nella ricostruzione della Roma antica, già scenografia per serie e film (tra gli ultimi “Esterno notte” di Marco Bellocchio”) e location per il festival di musica elettronica Spring attitude.

 

Salta invece, causa vento, il giro in mongolfiera sopra Tor Vergata con i visori della realtà aumentata per osservare cosa sarebbe l’Expo, con sommo dolore dei cronisti romani (noi compresi) ai quali era stato promesso un volo preventivo. Ma in fondo va bene così visto che l’area dalla quale doveva alzarsi l’aerostato,  il grande spiazzo  di fronte al policlinico, è un simbolo di incompiutezza, con la grande croce e e gli archi d ferro del Giubileo del 2000 ormai scrostati dalla ruggine e circondati da erbacce. Meglio lasciarli alle Vele dove  l’archistar Carlo Ratti ha mostrato il plastico del progetto, prima della cena a palazzo Colonna con Massimo Scaccabarozzi, presidente della Fondazione Expo, e il mondo delle imprese.
Ma come sta andando? Primo giorno dicono benino, ieri decisamente meglio. Ma il clou arriverà tra oggi e  domani, con gli incontri e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il capo della Farnesiana Antonio Tajani. Poi ancora, visita serale alla Cappella Sistina e finalmente, venerdì sera, la cena mondana: 100 invitati sulla terrazza del tempio di Venere (chiusa ai turisti per tutta la settimana proprpio per l’allestimento) che dai Fori guarda il Colosseo dove droni e luci offriranno uno spettacolo che Campidoglio e comitato promotore sperano indimenticabile.


Le somme saranno tirate sabato mattina alle 11 nel corso di una conferenza stampa al quartier generale dei mercati di Traiano con Massolo, il segretario generale del Bie Kerkentzes e il presidente della delegazione Sauranbayev. In attesa del voto di novembre, e sperando nel giudizio positivo dei delegati, Roma incrocia le dita.