L'intervista
“Così porteremo l'Expo a Roma”. Parla Massolo
L'ambasciatore e presidente del comitato promotore della candidatura della capitale all'esposizione universale del 2030 spiega come l'Italia si sta muovendo: "Contro i soldi di Riad, puniamo su inclusione e cooperazione"
“Le nostre avversarie per farsi votare dagli altri governi puntano tutto sul volume. Una (Riad ndr) sulla straordinaria affluenza del proprio bilancio statale, l’altra (Busan, Corea del Sud ndr) sulla dimensione imponente delle proprie aziende. Contano insomma, seppure nell’ambito del lecito, sui singoli interventi finanziari. Noi, che siamo una democrazia europea con il nostro perimetro giuridico e i nostri limiti di bilancio, abbiamo un’altra strategia e facciamo una campagna elettorale diversa”. Questa lunga chiacchierata con Giampiero Massolo, ambasciatore, già segretario generale della Farnesina, per alcuni anni capo del Dis e oggi presidente del comitato che promuove la candidatura di Roma all’esposizione universale del 2030 (coordinando dieci inviati che hanno già visitato oltre 120 paesi), ha lo scopo di raccontare proprio questo: su cosa punta Roma per vincere il primo Expo del prossimo decennio? Come pensa di riuscire a superare le sue avversarie, in particolare la saudita Riad? Il principe Mohammad bin Salman vuole l’evento per celebrare la sua Vison 2030, con il superamento della dipendenza dell’economia saudita dal petrolio, e ha già costruito una fitta rete diplomatica per sostenere la candidatura. D’altronde i mondiali in Qatar, l’expo del 2020 (ma che si è svolto nel 2022) a Dubai sono lì a testimoniare la forza persuasiva del denaro del Golfo arabo. E la partita si gioca soprattutto sul voto dei paesi in via di sviluppo, dall’Africa al Sud America. D’altronde, ognuno dei 171 paesi che fanno parte dell’assemblea del Bie che a novembre eleggerà il progetto vincitore, ha un voto, nessuno, insomma, pesa più degli altri. La candidatura di Roma, presentata nel settembre 2022 con un faldone di oltre 600 pagini di rendering e descrizioni, verte sul tema degli habitat urbani. Il titolo “Persone e territori. Rigenerazione, inclusione e innovazione” intende proprio questo e proprio per questo si svolgerà a Tor Vergata realizzando sin dal principio un’operazione di reintegrazione nel tessuto urbano di un quartiere rimasto ai margini.
Dice Massolo: “A differenza delle altre candidature noi investiamo su un’idea di Expo non pensato per celebrare una singola città (Busan sogna di mostrare al mondo con Expo il suo nuovo hub portuale ndr) o un singolo indivuduo (Bin Salman vuole celebrare la sua abilità nell’investire per innovare il paese ndr ) ma per far vedere cosa si può realizzare tutti insieme per migliorare gli habitat urbani in cui tutti viviamo. Offriamo una cornice meravigliosa come Roma, ma anche delle comuni progettualità da sviluppare insieme da oggi al 2030 e da mostrare in un Expo dove ogni paese, dal più piccolo al più grande, avrà la stessa dignità: tutti i padiglioni senza distinzioni saranno allestiti sul grande boulevard centrale, senza paesi di serie A e di serie B. Questa modalità inclusiva sta suscitando molto interesse e viene considerata funzionale allo sviluppo di una sana comunità internazionale”. Fin qui però siamo alle dichiarazioni d’intenti. “Per evitare che si rimanga a quelle – dice subito l’ambasciatore – serve avere dietro tutto il sistema paese, e così sta andando. E’ grazie al governo, alle aziende e all’università che si muove la nostra campagna elettorale”. Cerchiamo di capire meglio. “A noi, e sta accadendo, interessa che tutti s’impegnino materialmente nei singoli contatti che si svolgono a livello di governo, di aziende o nelle collaborazione universitarie paese per paese con i progetti. Il ‘porta a porta’. poi, come nelle campagne elettorali politiche, si fa alla fine, nelle ultime settimane, dato che molti paesi si riservano di decidere all’ultimo momento e il voto sarà a fine novembre”.
Dall’Arabia saudita però si lascia intendere una vittoria scontata di Riad. “Tutti hanno toni diversi in questo momento, la loro è una campagna elettorale sfacciata, mentre i coreani si muovono col massimo riserbo. Penso che nessun paese, anche chi ostenta sicurezza, può dire di avere già vinto, nessuno ce la farà al primo turno quando ci vogliono i 2/3 dei voti, si arriverà al quarto, con il ballottaggio tra le due più votate, tutto accadrà nello stesso giorno, vediamo cosa succederà…”.
Roma intanto ha ottenuto l’endorsment come candidatura unica europea dellAlto rappresentante dell’Ue per la politica estera Josep Borrel. Un passaggio importante visto che nei mesi scorsi si era visto, ad esempio, un pericoloso avvicinamento della Francia all’Arabia saudita. Ma oltre Roma c’è un’altra città, non Ue, ma lo stesso europea che in questo momento ha una notevole forza emotiva, l’ucraina Odessa. Gli ispettori del Bie che già sono stati a Riad e il 17 aprile saranno a Roma non potranno per ovvie ragioni visitare la città ucraina. “Noi – dice Massolo – auspichiamo che Odessa vada avanti fino in fondo, ma sarebbe bello farlo in una modalità congiunta europea, organizzando anche lì l’Expo non appena sarà possibile”.
Dopo il concorso, il nulla?