Tetris giunta

Rocca va da Meloni e annuncia: "Giunta venerdì, terrò la sanità"

Gianluca De Rosa

Dopo il vertice dei coordinatori regionali il centrodestra mette insieme Lazio, Lombardia e pure il governo per trovare una soluzione che accontenti tutti

Rispettare la parità di genere, garantire la rappresentanza territoriale di tutte le province, soppesare le deleghe. Il tutto accontentando tutti i partiti. Non c’è dubbio che comporre una giunta per il centrodestra sia una missione complicata. La ricerca di un equilibrio calibrato al millimetro. E infatti ci vorrà anche oggi per chiudere la squadra che insieme al neo governatore Francesco Rocca dovrà occuparsi del Lazio per i prossimi cinque anni. L’ex presidente della Croce Rossa ieri sera è andato a palazzo Chigi per incontrare la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “La giunta sarà varata entro venerdì”, ha detto ai cronisti che lo hanno intercettato lì fuori. Poi, dopo l’incontro, l’annuncio: “La Sanità la terrò io”. 


Poco prima si era conclusa senza una soluzione la riunione tra i coordinatori regionali dei tre partiti del centrodestra (Paolo Trancassini per FdI, Claudio Durigon per la Lega e Adriano Palozzi per Fi).  Ci si rivedrà oggi.  Ieri sera, comunque, quasi in contemporanea all’incontro tra Meloni e Rocca, sempre a Roma si vedevano i coordinatori lombardi dei partiti del centrodestra per varare la squadra di Attilio Fontana. E’ infatti probabile che per riuscire a concludere il complicato tetris di poltrone in Lazio la composizione delle due giunte proceda insieme.  A complicare le cose a via Cristoforo Colombo infatti è la scarsità di scranni: gli assessori sono solo 10 (contro i 16 lombardi) e non è prevista la figura dei sottosegretari regionali.  Negli scorsi giorni la Lega era arrivata a far filtrare a giornali e agenzie l’ipotesi dell’appoggio esterno. Inoltre Carroccio e FI procedono insieme perché hanno richieste speculari nelle due Regioni. Se FI pretende tre assessori invece che i due offerti da FdI in Lombardia, la Lega ne vuole tre (o in alternativa due più la presidenza del consiglio regionale) in Lazio rispetto ai due promessi dai meloniani. In particolare in Lazio il Carroccio non riconosce Rocca come presidente super partes (“lo abbiamo scelto tutti insieme, Lega e Fi hanno scelto tra una rosa di nomi da noi proposta, la decisione è stata collettiva”, è la versione dei patrioti di Meloni) e su questo si innesta la richiesta di un assessorato in più. Se così non fosse, compreso Rocca, a FdI andrebbero otto deleghe contro le due a testa di Fi e Lega (i posti in totale se si contano governatore e presidente del consiglio sono 12).


Nel tentativo di trovare una soluzione, a un certo punto è spuntata persino l’opzione di utilizzare un posto di governo per compensare la Lega della poltrona in meno in Lazio. La storia è questa. Venti giorni fa, dopo una condanna definitiva per peculato Augusta Montaruli, sottosegretaria al ministero dell’Università in quota FdI, si è dimessa. Il governo Meloni aveva nominato il numero massimo di sottosegretari previsti dalla legge, ma le sue dimissioni hanno lasciato scoperta una casella. Da tempo il ministro della Salute Orazio Schillaci richiede un sottosegretario aggiuntivo. Se fosse un leghista si prenderebbe dunque due piccioni con una fava. 


L’assetto comunque andrà trovato entro stasera. I nomi dei candidati di partiti già ci sono da oltre una settimana. FdI reclama un posto per Giancarlo Righini (delega al Bilancio), Roberta Angelilli, Massimiliano Maselli, Fabrizio Ghera e Antonio Aurigemma, a cui andrebbero aggiunti due assessori per garantire rappresentaza alle province di Rieti e Viterbo. I nomi della Lega sono invece quelli di Pino Cangemi, Pasquale Ciacciarelli (che garantirebbe un assessorato a Frosinone). A cui aggiungere uno tra Tony Brugnoli, primo degli esclusi nella circoscrizione di Roma, o più probabilmente, per questione di quote rosa, l’eurodeputata Anna Bonfrisco. Per Forza Italia certo il nome di Pino Simeone (con rappresentanza in giunta per Latina) a questi dovrebbe aggiungere l’ex deputata Maria Spena. 


Intanto, mentre il centrodestra arranca, scoppia la polemica sulla candidata presidente del M5s Donatella Bianchi. Lascerà la Pisana per tornare in Rai. Anche se c’è chi giura che sarà una delle candidate di punta del M5s alle prossime elezioni europee.